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Ginestra vota Castori: “I fatti parlano per lui. Serie A? I calciatori devono fare la storia…”

Una carriera iniziata a tinte arancioneroverdi, con un finale colorato di granata. Tra le tappe calcistiche di Ciro Ginestra figurano Venezia, dove è cresciuto nelle giovanili per poi giocare in prima squadra (dal ’96 al ’98, nel 2000 e dal 2003 al 2005) e Salerno (dal 2012 al dicembre 2014).

Sabato all’Arechi sarà quindi un po’ la sua partita. “Sono affezionatissimo ad entrambe le piazze – dice ai nostri microfoni il Cobra, oggi allenatore – Poi conosco benissimo Paolo Zanetti, mio ex compagno a Sorrento (la chiamata gli arrivò, nel gennaio 2012, da Salvatore Avallone, attuale team manager granata, all’epoca direttore sportivo dei costieri, ndr). Entrambe stanno facendo un grandissimo campionato e ne sono contento. Non mi sbilancio, vinca la migliore”. L’ex attaccante analizza la stagione delle due squadre, provando a caricare i granata nell’inseguimento al Lecce: Venezia e Salernitana sono le sorprese di questo campionato. I campani sono forti e stanno meritando la posizione che occupano, stesso discorso per i lagunari. Entrambe giocano un buon calcio e i risultati lo stanno dimostrando. Le rose sono state allestite bene e tutti e due gli allenatori stanno facendo la loro parte. La Salernitana ovviamente ha più chance di andare su direttamente, il Venezia ha l’obiettivo playoff. Adesso la presenza del pubblico per i granata sarebbe stata una incredibile arma in più, ad inizio stagione invece l’atmosfera non era idilliaca e il malumore dei tifosi avrebbe potuto creare qualche difficoltà”. Ginestra si sofferma anche sul finale di stagione. Dopo la sfida al Venezia, il calendario prevede gli impegni contro Monza, Pordenone, Empoli e Pescara: “Il calendario non è semplice sia per la Salernitana che per il Lecce, ma lascia il tempo che trova. Per questo rush finale servirà la giusta mentalità, ovvero la voglia di vincere a tutti i costi, senza guardare cosa fa l’avversario. Forse i granata avranno avversari più ostici, ma i giochi restano tutti aperti e ragionare step by step può essere l’arma giusta”.

Grande merito dell’ottimo campionato condotto finora dall’ippocampo è certamente di Fabrizio Castori. “I numeri di Castori sono entusiasmanti e parlano per lui – sottolinea Ginestra – A Trapani, nello scorso campionato, ha sfiorato un miracolo. È un allenatore che conosce la B come le sue tasche e i risultati gli stanno dando ragione, nonostante il suo calcio non sia spettacolare. Sta avendo poi il merito di lavorare bene in una piazza non semplice come Salerno. Da calciatore Ginestra ha condiviso l’esperienza di Crotone (2010/11) con Vid Belec e Milan Djuric. L’area di rigore era il suo terreno di caccia, come quello di Gennaro Tutino: “Tutino ha tutte le credenziali per giocare in massima serie, in virtù della stagione straordinaria che sta facendo. Probabilmente poteva ambire alla Serie A già la scorsa estate, ma ha scelto una grande piazza come Salerno. È un attaccante forte, che fa la differenza in qualsiasi momento. Averlo per la Salernitana è un grande plus. Djuric è un calciatore di spessore per la B, non è mai stato uno che segnava tanto, ma ha temperamento e per il gioco di Castori è fondamentale perché aiuta tanto la squadra. Gondo è una validissima alternativa. Belec è un portiere che ha poco a che fare con la B, è abituato ad altre categorie. Se la Salernitana è così in alto e incassa pochi gol è anche merito suo che, oltre a parare, comanda bene la difesa. La Salernitana ha giocatori di spessore in tutti i reparti”.

In caso di mancato aggancio al secondo posto la Salernitana si ritroverà comunque a disputare i playoff, traguardo importante. L’ultima volta che la parola fu pronunciata risale a sette anni fa, ma era Lega Pro. Nella stagione 2013/14 infatti i granata, piazzandosi noni in classifica, si guadagnarono la post-season. Nei quarti contro il Frosinone arrivò però un ko per 2-0 (al Matusa), con conseguente eliminazione. Ginestra subentrò al 39′ della ripresa in quella partita (in campo anche l’attuale collaboratore tecnico Pestrin): “Si tratta di un torneo a parte. Piazzarsi bene in classifica ovviamente può darti un vantaggio importante nei playoff. Certamente le partite secche vanno giocate, ma la Salernitana, arrivando terza, partirebbe dalle semifinali e avrebbe l’arma dei due risultati su tre che non è da sottovalutare. Ovviamente questo non dovrà andare a cambiare l’approccio alla partita, la voglia di vincere dovrà esserci sempre, altrimenti potrebbe arrivare un passo falso. Accettare Salerno come destinazione significa essere consapevoli a cosa si va incontro. I giocatori sanno bene che è una piazza diversa dalle altre, vincere a Salerno è speciale. La città ha fame di vittorie. Per i calciatori andare in A con la maglia della Salernitana è un’opportunità unica per entrare nella storia e non devono farsela sfuggire”.

Ginestra fu uno dei colpi di Lotito e Mezzaroma al ritorno tra i professionisti. In granata la punta ha vinto due campionati, dalla C2 alla C1 nel 2012/13 e dalla C1 alla B nella stagione 2014/15, terminata per lui però a metà con l’addio al calcio e l’inizio della carriera di tecnico nelle giovanili granata. Il Cobra elogia l’operato dei co patron e non nasconde l’ambizione di allenare la Salernitana in futuro. Fino a febbraio Ginestra era alla guida del Picerno (Serie D): “I calciatori ti fanno vincere i campionati, ma anche le società serie. La proprietà della Salernitana è forte e ha sempre fatto le cose per bene. Personalmente non ho mai creduto alla mancanza di ambizione ad andare in Serie A. Sono stato nella Salernitana e ho avuto sempre l’impressione di aver lavorato con persone che avevano voglia di vincere. Non credo che le cose siano cambiate, anzi sono migliorate, come testimonia il presente. Salerno è impossibile da dimenticare, ho avuto la fortuna di vincere due campionati. Ho sempre avuto un bellissimo rapporto con tutti, tifosi, proprietà e il direttore Fabiani, con il quale nel gennaio 2015, dopo il mio addio al calcio, decidemmo di comune accordo che sarei andato ad allenare nelle giovanili. In futuro allenare la Salernitana sarebbe bellissimo, sono però ancora giovane e ho tanto da imparare. Posso solo tifare per il cavalluccio ad oggi, sperando torni in A. Sarei onorato se un domani si presentasse l’opportunità di sedermi sulla panchina granata”.

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