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Gaucci tra multiproprietà e ricordi del “suo” Perugia: “Colantuono? Mi confidò che la squadra mancava di qualità”

É un Alessandro Gaucci a “cuore aperto” ai microfoni di Radio Alfa, quello con la voglia di confrontarsi ancora con determinazione, tra multiproprietà, regole e qualche “ricordo” legato soprattutto al suo Perugia. Lui e la sua emblematica famiglia di “presidenti”, con il papà Luciano e il fratello, tra Perugia in A, Catania in serie B e Sambenedettese in serie C, non ha potuto fare a meno di porre l’accento sulla questione Lotito-Mezzaroma e sul destino della società granata, qualora il club dell’ippocampo dovesse raggiungere il palco della massima serie. Ma non solo: l’amicizia tra lui e l’ex tecnico granata Stefano Colantuono, sul quale proprio Gaucci ha svelato qualche piccolo retroscena: “Colantuono? Parto dal presupposto che avendo 30 anni di esperienza in questo ambito credo che le cose vadano vissute dall’interno, dare un giudizio da fuori è impossibile, io personalmente vedevo che la Salernitana giocava male con poca qualità tecnica e posso assicurare che quando Colantuono ha allenato con me, le mie squadre giocavano in maniera diversa e ne parlai con lui: secondo Colantuono – ha sottolineato Gaucci – la squadra aveva carenze dal punto di vista della qualità, magari le colpe le aveva anche lui, non solo i giocatori ma bisogna stare all’interno delle cose per conoscerle a fondo”.

Poi il figlio dell’ex presidente della squadra umbra ha commentato la questione della multiproprietà: “Gestire due squadre allo stesso tempo non è sicuramente facile, già gestirne una è impegnativo – ha sottolineato –  i tifosi non vogliono mai essere subalterni, tutti credono che si possa spendere e favorire maggiormente una anziché un’altra. Ma a distanza di anni, continuo a ribadire sempre lo stesso concetto: la nostra famiglia non ha mai nascosto nulla e siamo sempre state persone che volevano vincere. C’era sinergia tra tutti noi, ma la gestione rimaneva diversa e separata. C’era l’idea di creare un sistema dove si poteva far fronte comune? Sì. Ma soprattutto non è passato giorno dalla scomparsa di quel Perugia, che qualcuno non ci abbia chiesto di ritornare. Da esterno, conoscendo Lotito benissimo, so che lui, così come la nostra famiglia, è una persona abituata a vincere che vorrà prima o poi portare la Salernitana in serie A. Ma andrebbe sicuramente cambiata la regola, che per me rimane ingiusta. Lotito e Mezzaroma ad esempio sono due entità umane diverse, poi dopo è chiaro che è ovvio ci possano essere delle sinergie e strategie in comune tra “parenti” proprietari di due squadre, ma non deve essere questo a impedirne la fattibilità”.

Domenica a scendere in campo sarà proprio il “suo” Perugia contro la Salernitana al “Renato Curi”: “Una partita importantissima. I match tra queste due squadre sono sempre stati bellissimi, ma mi sembra che questa ricopra grande importanza per entrambe – ha rimarcato Gaucci – è difficile perché sia il Perugia che la Salernitana si giocano un posto per i playoff. Guardando alla partita di andata, ha giocato meglio il Perugia per un gran tratto, poi due giocatori si sono infortunati e la Salernitana fu brava ad approfittarne. Sicuramente il Curi come l’Arechi, hanno un pubblico “caldo”, sarà difficile per entrambe sostenere la gara e fare risultato. Ma la partita sarà sicuramente equilibrata, anche perché la Salernitana col cambio dell’allenatore prima e con i nuovi arrivati di gennaio – ha poi concluso –  ha nuovi stimoli e farà di tutto per arrivare a raggiungere l’obiettivo sperato soprattutto in questo anno così importante che è quello del Centenario”.

 

 

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