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Emergenza e Salernitana: il pallone si fermò anche nel ’73 e nell’80

Se l’allarme Coronavirus rientrerà entro i tempi previsti e il campionato di Serie B ripartirà nella prima settimana di aprile, sarà rimasto fermo per circa un mese. Mai nella loro centenaria storia i granata hanno vissuto uno stop dal gioco così lungo per motivi che esulano dal calcio.

Il primo precedente fu un’altra emergenza sanitaria, quella tra agosto e settembre del 1973 per un’epidemia di colera originata proprio in Campania. Allora venne rinviata la prima gara della stagione del cavalluccio, che doveva giocarsi in trasferta a Frosinone. Fu invece giocata la seconda, contro la Turris, optando per il campo neutro, ma paradossalmente, con il Vestuti appunto chiuso per esigenze sanitarie, fu scelto lo stadio Collana di Napoli, dove c’era il focolaio principale dell’epidemia. In tutto furono 22 i giorni lontani dal campo per la Salernitana.

Durò leggermente meno la pausa imposta dal terremoto del 1980. Era il 23 novembre e i granata avevano appena pareggiato contro la Turris. Il prato del Vestuti venne adibito ad ospitare gli sfollati e la squadra sospese gli allenamenti per dieci giorni, lasciando rientrare i calciatori nelle rispettive città. Il primo impegno dopo lo stop fu la gara di Coppa Italia in casa del Martina Franca, mentre il campionato riprese il 14 dicembre (21 giorni dopo) a Francavilla.

Mentre dalla gara a porte chiuse del Curi alla prevista data del primo impegno in Serie B una volta che sarà tutto tornato alla normalità, ad ora il 5 aprile, passeranno in tutto 28 giorni, un po’ come nel film di Danny Boyle. In quel caso il protagonista si ritrova in una Londra infestata da zombie dopo 28 giorni di coma, vedremo invece come sarà il risveglio della Salernitana.

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