Il solito copione, la solita regia, la medesima sceneggiatura. Praticamente identica anche la scenografia. Le dichiarazioni di Claudio Lotito sono come un film già visto. Trita e ritrita anche la pellicola. Per rimanere in tema cinematografico, una sorta di Matrix in salsa Salernitana. Per gli amanti della trilogia dei fratelli Wachowski, immaginiamo per un attimo di prendere la pillola rossa per “restare nel paese delle meraviglie e vedere quanto è profonda la tana del bianconiglio…”.
Lotito ha usato gli slogan di sempre per dipingere un quadro che non incanta più. Rispetto al passato, il refrain è stato probabilmente un tantino più edulcorato nei toni, forse anche perché declinato dal suo salotto di casa piuttosto che dalla sala stampa dell’Arechi o da qualche altro pulpito. Ma il contenuto è lo stesso. E mortifica Salerno, la sua tifoseria e la sua storia… SECOLARE. Che non è fatta solo di “diversi fallimenti” (l’ultimo, tra l’altro, ha favorito proprio l’avvento del duo romano in città…). E neppure di sola terza serie, disputata magari tra mille difficoltà, ma sempre con onore e dignità. Men che meno sembra giusto puntare l’indice su una piazza esigente si, ma mai – soprattutto oggi – invasiva, destabilizzante ed autolesionista come pure la si vuol far passare. Singolare come l’imprenditore capitolino per giustificare l’addio di Colantuono (il decimo allenatore ed il quindicesimo ribaltone nei sette anni e mezzo della gestione sua e del cognato Mezzaroma a Salerno) si rifaccia alle parole dello stesso allenatore che non se la sarebbe sentita di “sentire certe cose sul suo conto”; salvo poi derubricare invece le parole di Gigi Vitale all’atto della sua presentazione a Verona con un laconico “…i giocatori devono trovare giustificazioni ai loro comportamenti…”. Evidentemente per Lotito ci sono parole di serie A e parole di serie B. Occhio alle lettere dell’alfabeto. Occhio alla lettera scarlatta. La serie A resta il pomo della discordia, insomma. Perché a sentire Lotito, Salerno non è una piazza dove si può fare calcio con tranquillità e i tifosi devono “configurarsi obiettivi compatibili con la realtà”. Ma quale realtà? Quella dello sgradevole recente paragone riferito all’altezza di una persona? Oppure un po’ come la realtà di Matrix: una apparente, come ci vuole essere propinata e l’altra più nascosta?
Sarebbe troppo, invece, chiedere per una volta che proprietà e dirigenza facciano uno straccio di autocritica, piuttosto che cercare sempre il capro espiatorio di turno? Ieri la solita parte della stampa cattivona, oggi le pressioni della piazza, domani magari il buco nell’ozono…
Sarebbe troppo poter soltanto immaginare che qualcuno alzi la mano e dica che si sia sbagliato qualcosa, visto che per il quarto anno di fila c’è il rischio concreto di traccheggiare in cadetteria? Probabilmente – verrebbe da pensare – è questo forse l’obiettivo reale della società. Dal mercato di riparazione di gennaio, del resto, si aspettavano risposte concrete su quelle che erano le reali ambizioni del club. E le risposte probabilmente sono arrivate, svilendo la passione di una piazza che non aspetta altro che infiammarsi. Ed invece la proprietà si è limitata ad indorare la pillola con il solito copione che Salerno ha imparato a memoria. Lotito ha anche detto che il tifoso deve sentirsi fortunato perché ha una società “forte ed ambiziosa”. Sul primo punto non v’è alcun dubbio. Sul secondo dipende appunto dalle… ambizioni. Quando ha voluto, questa proprietà ha dimostrato con i fatti le sue ambizioni vincendo al primo colpo in serie D, in C2 e centrando la cadetteria al secondo tentativo. Da quattro anni a questa parte, però, calma piatta. Un mondo in stile Matrix. Sarebbe stato interessante chiedere e sapere dall’imprenditore capitolino come avrebbe pensato di gestire il Bari che pure aveva provato a prendere quest’estate alla stregua della Salernitana, salvo poi essere bruciato sul filo di lana da De Laurentis. Con i galletti in serie B in tempi stretti il problema multiproprietà sarebbe stato ancora più forte…
Last but not least, l’annosa querelle sull’eventuale cessione del club. Lotito prima dice che la Salernitana non è in vendita e che – allo stato attuale – “nessuno potrebbe farsi carico” del club. Poi, però, fa una stima chiara del valore della società… Il co-patron sostiene anche di essere una di quelle persone che vogliono cambiare le condizioni dell’ambiente. E chissà che un giorno Lotito non possa prendere in seria considerazione l’ipotesi di cambiare un tantino il suo di approccio con Salerno. Del resto, per concludere proprio con una celebre battuta del film Matrix, basta prendere la pillola giusta. “Pillola azzurra: fine della storia. Domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa: resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quanto è profonda la tana del bianconiglio”.
Michele
20/02/2019 at 14:48
Marotta io non ho capito…
mai satellite della lazio
20/02/2019 at 18:02
Finalmente si parla fuori dai denti, meglio tardi che mai. La piazza cmq dice pillola azzurra “fine della storia” ma il patron..e fa orecchie da mercante ..ha piazzato gli amici alla pro piacenza fallendo in pochi mesi, ha introdotto il paracadute distruggendo gli equilibri di A e B (solo per citare due cosine cosi’)… a salerno fa quello che fa da quattro anni calcolando il galleggiamento alla perfezione sbandierando milioni spesi quando i bilanci sono in pareggio !…basta permettergli di far danni e poi vaneggiare! Ora e’ tempo di rendere pan per focaccia a questi personaggi senza scrupoli e la stampa deve gridare ancora piu’ forte (altro che remare tutti dalla stessa parte! Fessi si, collusi no!)..e per citare un altro “simpaticone” ORA BASTA, E’ FINITA LA PACCHIA! Lotito e Mezarom fateci la cortesia…jatuvenn quanto prima (e cari politici nostrani ..tacete e magari non ci mandate un altro Lotito grazie…) IN SERIE C A VITA MA CON DIGNITA’ …ridateci la salernitana voglio tornare ad emozionarmi come ho fatto per 35 anni! E chist vo cagna’ l.ambiente!?! ..
Michele
20/02/2019 at 18:53
Non ho capito…
mai satellite della lazio
20/02/2019 at 21:06
UFFICIALE Taccio fino a giugno.