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Ecco le accuse dell’Udinese. Tridente Sica-Fimmanò-Chiacchio: 10 giorni per la difesa

Udinese-Salernitana è davvero la partita infinita. Sono passati tre mesi da quel 21 dicembre 2021, data in cui la gara si sarebbe dovuta disputare secondo calendario della Lega Serie A, e non si vede la fine di questa querelle legale che rischia di andare oltre i naturali tempi sportivi della massima competizione calcistica italiana. Adesso, però, arrivano pure i veleni supplementari con pesantissime accuse dal Friuli che i legali della Salernitana (Salvatore Sica, Francesco Fimmanò ed Eduardo Chiacchio) dovranno smontare.

Le richieste

Il club friulano si è preso tutti il tempo che aveva a disposizione e proprio nell’ultimo dei trenta giorni successivi alla pubblicazione delle motivazioni della decisione della Corte Sportiva d’Appello si è rivolto al Collegio di Garanzia, terzo e ultimo grado di giudizio, con lo scopo di ripristinare il 3-0 a tavolino (con conseguente -1 alla Salernitana) deciso dal Giudice Sportivo derivante dal fatto che i granata non furono quel giorno alla Dacia Arena per volere della Asl campana e, in subordine, di rinviare tutto in CSA per una più approfondita istruttoria. Una scelta evidentemente voluta, quella di ritardare il ricorso, per posticipare il più possibile la data dell’eventuale recupero, in caso di ulteriore sconfitta legale. Nel ricorso proposto dai rappresentanti dell’Udinese, Stefano Campoccia, Enrico Lubrano e Rolando Favella contro la FIGC, la Lega Serie A, la Salernitana e la Procura Generale dello Sport del Coni, si chiede di annullare la decisione della Corte Sportiva di Appello del 23 Febbraio 2022, che accoglieva il ricorso della Salernitana. Come si legge sul quotidiano Il Mattino nell’edizione odierna, l’Udinese solleva dubbi sulla condotta della Salernitana successivamente al diniego della Asl, costruendo il proprio impianto accusatorio su due aspetti in particolare: da un lato la prenotazione del volo charter che avrebbe dovuto portare la squadra in Friuli, dall’altro sulla regolarità nella nomina degli avvocati da parte dei campani.

I dubbi sul charter

Per ottenere il successo in appello, la Salernitana ha dimostrato di aver messo in campo tutte le azioni possibili per essere regolarmente a Udine (tra cui la prenotazione di un volo charter con una compagnia aerea maltese) vedendosi così riconosciute le cause di forza maggiore. Originariamente i granata avrebbero dovuto viaggiare su un volo di linea, ma l’Asl ne aveva bloccato lo spostamento a causa della scoperta dei due positivi; per restare in bolla, allora, era arrivata la seconda opzione charter, anch’essa bocciata dall’Asl. Tutto ciò con uno scambio di mail. L’Udinese, dal canto suo, sostiene che la Corte d’Appello non abbia approfondito la vicenda, fidandosi della Salernitana e non conducendo indagini sulla effettiva regolarità della prenotazione di questo charter. Per i legali bianconeri non ci sarebbe una prova documentale dell’avvenuto pagamento dell’anticipo – come da prassi – alla compagnia aerea, e dell’acquisizione di uno slot di atterraggio all’aeroporto di Trieste, tale da permettere al club granata di essere in campo senza restrizioni legate all’emergenza sanitaria. La compagnia maltese, infatti, non risulterebbe vettore abituale, né saltuario nello scalo triestino. Due prove che – secondo i bianconeri – non sarebbero state fornite in sede di appello. L’Udinese tende a instillare una serie di dubbi sull’effettiva capacità della compagnia di prestare il servizio in questione nel corposo faldone inviato al Collegio di Garanzia del Coni (dalla effettiva disponibilità dall’aeromobile alla modesta grandezza della compagnia per un club di Serie A e quant’altro). I giudici dovranno verificare la fondatezza di tali affermazioni ed accuse, che potrebbero prestare il fianco anche ad una contro azione da parte della Salernitana.

La nomina del pool e i “vizi di nullità”

Il secondo punto su cui si sofferma l’Udinese è la nomina del pool di avvocati difensori dell’ippocampo da parte di Danilo Iervolino avvenuta il 31 gennaio per poter presentare il ricorso in Corte Sportiva d’Appello, un giorno prima quell’1 febbraio che (da visura camerale) pare essere il momento della sua iscrizione al Registro delle Imprese come Presidente del CdA granata. Ma su questo aspetto pare far fede la data di registrazione dell’atto notarile (14 gennaio) che autorizzava Iervolino ad agire in nome e per conto del club. L’1 febbraio, a naso, sembrerebbe essere piuttosto una data di pubblicazione, ufficializzazione. Per il club ricorrente, Iervolino in quella data non avrebbe potuto avere i poteri per nominare i difensori della Salernitana, ragion per cui il ricorso vinto dai granata in Corte Sportiva d’Appello sarebbe da cancellare per vizi di nullità. L‘Udinese gioca non poche volte, nel ricorso, sul fatto che la Salernitana abbia cambiato proprietà ed amministratori a cavallo del procedimento e comunque subito dopo lo svolgimento dei fatti: il 21 dicembre c’era Ugo Marchetti, con il trust, ad amministrare la società che operativamente vedeva Mariano Fabiani dietro la scrivania. Dal 14 gennaio, il cambio in dirigenza e nella proprietà, con le dimissioni di Marchetti (rimpiazzato il 26 gennaio da Maurizio Milan come AD). Sica, Fimmanò e Chiacchio adesso avranno dieci giorni (scadenza 4 aprile) per presentare le memorie difensive. Poi toccherà al Coni stabilire la data dell’udienza che potrebbe essere nella seconda metà di aprile. Dopo il 13 sicuramente, giorno in cui sono state già calendarizzate udienze per altri ricorsi, compreso l’altro dell’Udinese contro l’omologazione del 2-6 contro l’Atalanta.

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