Nell’annata del 7% gli allenatori furono tre (Castori, Colantuono, poi Nicola) ed allora Iervolino studia una medesima scossa, sempre con Sabatini subentrato. Non che ripetere quanto fatto in precedenza con profitto sia necessariamente garanzia di ottenere il risultato ma il presidente ci prova. Scossa necessaria, ultima carta rimasta. Oggi sarà il giorno dell’annuncio ufficiale dell’esonero di Pippo Inzaghi, già comunicato ieri dopo l’allenamento mattutino al diretto interessato (clicca qui per leggere l’articolo) e contestualmente dell’ingaggio di Fabio Liverani.
L’intesa
Il 47enne romano ha raggiunto ieri sera l’accordo con Walter Sabatini, che ha incontrato a Roma, e con la proprietà. Domani ci sarà lui a dirigere l’allenamento con vista sulla trasferta di Milano contro l’Inter; a seguire potrebbe parlare in conferenza stampa. Oggi per la Salernitana ci sarà invece un giorno di riposo e nel frattempo non è da escludere che il club stia trattando con Inzaghi una rescissione contrattuale prima di comunicare le modalità di separazione.
Liverani firmerà fino a giugno a cifre relativamente contenute e profonderà ogni sforzo nel tentativo di rilanciarsi dopo l’esonero di Cagliari del dicembre 2022 in B dopo aver ottenuto 5 vittorie, 7 pareggi e 6 sconfitte nelle prime diciotto giornate di campionato. In precedenza ha guidato in massima serie Lecce nel 2019/20 (dopo aver vinto due campionati in C e in B) e Parma nell’annata successiva. In entrambi i casi non andò bene: con i salentini retrocesse, con i ducali fu esonerato dopo sedici turni (ma la squadra sprofondò comunque in B) racimolando 12 punti in 16 partite, di pochissimo meglio rispetto ai 10 totalizzati da Inzaghi prima dell’esonero. Non significa ovviamente nulla, ogni campionato, ogni squadra, ogni partita possono fare storia a sé. Grandissima voglia di riscatto per il tecnico laziale.
Il legame col diggì
“É sempre stato un allenatore in campo e spesso dovevo dirgli di abbassare i toni: era un martello. Credo in lui: farà grandi cose”, diceva Sabatini a proposito di Liverani qualche anno fa, prima che vincesse la B col Lecce. Fu proprio lui a portarlo nel calcio che conta al Perugia nel 2000, dopo averlo pescato nella Viterbese, altra società all’epoca della galassia Gaucci. Lo apprezzò e se lo portò pure alla Lazio e poi al Palermo. Insomma, un rapporto di 24 anni e di grande stima reciproca. “Che grande direttore sportivo che è Sabatini”, ha spesso esclamato Liverani, che ha iniziato giovanissimo la sua carriera da allenatore al Genoa nel 2013, subito con un esonero. È poi emigrato in terza serie inglese al Leyton Orient, prima di tornare in Italia con la Ternana in serie cadetta nel 2016/17 raggiungendo una brillante salvezza. In seguito il doppio salto di Lecce, Parma e poi Cagliari.
Una vecchia conoscenza nello staff?
Con Inzaghi saluteranno anche i componenti del suo staff (il vice D’Angelo, il collaboratore Corrent, i preparatori Luca Alimonta e Daniele Cominotti, il match analyst Simone Baggio). Chi porterà con sé Liverani? Nelle esperienze in Salento e in Emilia ha avuto come suo vice una vecchia conoscenza dei tifosi granata come Manuel Coppola, ex centrocampista classe 1982 che nel 2004/05 giocò col cavalluccio sul petto e poi da avversario fu spesso beccato (soprattutto l’anno seguente con la casacca del Genoa) dalla tifoseria granata. Il nuovo preparatore atletico dovrebbe essere Maurizio Cantarelli, con lui praticamente da sempre. Federico Fabellini e l’ex difensore Cesare Bovo sono tra i papabili per il ruolo di collaboratore tecnico.
“In A bisogna giocare e avere giocatori ben strutturati fisicamente. Io un offensivista? Sono un allenatore che vuole giocare, non vuole semplicemente sfruttare gli errori degli altri. – ha detto Liverani in una recente intervista a PianetaLecce – Gli ultimi due esoneri? Situazioni totalmente diverse. A Parma, 15 giorni dopo il mio arrivo, cambiò società e cambiò davvero tutto. In fin dei conti, probabilmente non sono stato io il problema. Sono dispiaciuto per Cagliari, sono rimasto in buoni rapporti col presidente, c’è grande serenità. Dopo una retrocessione non è facile, si può venire a creare confusione. C’è stata anche sfortuna, a differenza di Parma: potevamo avere 5-6 punti in più, abbiamo sbagliato rigori e perso punti al 96′. Quei 5-6 punti potevano dare qualcosina in più in una squadra che si stava ricostruendo”.
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