Un finale di carriera legato ai colori gialloblu e granata. Da cinque anni Morris Molinari ha ormai appeso gli scarpini al chiodo, con gli ultimi quattro campionati di calcio giocato divisi proprio tra Castellammare e Salerno. L’ex difensore conosce benissimo entrambe le piazze e si proietta al derby del Menti di sabato prossimo, analizzando anche la stagione delle due squadre: “La Juve Stabia deve ancora esprimere il massimo, ha pagato lo scotto iniziale del salto di categoria e ha la rosa un po’ corta. Molti giocatori non avevano giocato in cadetteria, pur avendo fatto un ottimo campionato di C lo scorso anno. Può essere però la sorpresa, è stata sottovalutata finora, i giocatori hanno fame e unità di intenti. In casa sono tosti, hanno fatto una gran partita col Benevento che è primo. La Salernitana deve stare nelle zone alte, perché ha allenatore e singoli. Non credo che sia da primi due posti, ma sicuramente può fare un buon campionato e arrivare ai playoff e li sarà un avversario da evitare. Sabato sarà una partita bella ed equilibrata, le vespe in casa sanno dire la loro e i granata ultimamente stanno faticando in trasferta. Spero che Ventura non faccia melina come fece col Torino a Castellammare qualche anno fa. Voleva tirarci fuori dalla nostra metà campo, loro non attaccavano, noi non andavamo in pressione e per vari minuti i quattro difensori granata si passarono tra loro il pallone”.
L’ex Frosinone punta la lente di ingrandimento sui due colpi estivi della Salernitana, finora non pervenuti, Cerci ed Heurtaux: “Un giocatore per fare la differenza, in qualsiasi categoria, non può cullarsi su quello che ha fatto in passato, ma deve stare bene di testa, di fisico, avere la voglia e calarsi nell’ambiente. Heurtaux è un ottimo difensore e sa cosa vuol dire il sacrificio, nell’ultima esperienza in Italia si è giocato la salvezza a Verona. Sono convinto darà una grande mano. Cerci per fare quello che sa ha bisogno di stare bene, ha la tecnica ovviamente, ma necessita di esplosività nelle gambe per i suoi scatti e per saltare l’uomo; deve avere la rabbia e la testa di qualche anno fa. Poi a 32 anni la Serie B può farla con la sigaretta in bocca, io l’ho fatta e bene a 37 anni. Se ti manca questo in cadetteria ti mangiano e se finora, dopo tre mesi, Cerci non si è ancora messo apposto di condizione e al pari con i compagni, forse c’è altro che non va. Oltre ad allenarsi deve ritrovare minutaggio, anche giocando, anche con prestazioni negative”.
Molinari conosce la piazza salernitana e la spinta che può dare il pubblico granata che però è ai ferri corti con la dirigenza. La sua seconda stagione con l’ippocampo coincise con il secondo anno di presidenza Lotito-Mezzaroma, dopo la ripartenza dal calcio dilettantistico: “La freddezza del pubblico dipende dai rapporti tra la società e la piazza. Non credo assolutamente che Lotito non voglia andare in Serie A, è un vincente e non vuole solo partecipare, ma primeggiare. Negli anni a Salerno sono passati tanti giocatori forti, magari mal gestiti però. In caso di promozione sicuramente troverà un modo per risolvere il problema multiproprietà. Certo il presidente è uno che dice sempre quello che pensa e ciò può piacere e non piacere; magari crea distanza con i tifosi e la cosa non è positiva nel corso di una stagione; poi deve dividersi tra Roma e Salerno. Mezzaroma è più emozionale e di cuore e, stando più sul posto, può essere maggiormente attivo, per fare da punto di riferimento per la tifoseria e da collante perché è una persona intelligente e può prendersi delle responsabilità. Serve entrare nel cuore della gente per averla dalla propria parte sempre, anche quando le cose non vanno bene. Negli ultimi anni, da quando sono andato via, non vedo più giocatori che giocano per la maglia, per il gruppo, ma solo per sé stessi. Anche gli allenatori, stagione dopo stagione, hanno faticato a creare spogliatoi forti e uniti”.
Una promozione in B, poi giocata da protagonista, e una Coppa Italia di categoria con la Juve Stabia, la C1 conquistata con la Salernitana, condita da un’altra Coppa Italia e da una Supercoppa, Molinari è fiero di aver giocato in piazze caldissime. Di Salerno ricorda una tifoseria da categoria superiore: “Da Friulano giocare al sud e in Campania in particolare è stato un privilegio. Ho chiuso la carriera con Juve Stabia e Salernitana con promozioni in B e C e non potevo chiedere di meglio, ho giocato tanti derby, anche contro il Benevento. Si vive il calcio giorno per giorno, non solo durante la partita, gli stadi sono sempre pieni. Castellammare, pur essendo piccola come città, ha tanta passione, magari poi c’è qualcuno che tifa Napoli. Anche a Salerno c’è tanto trasporto, oltretutto si fanno grandi numeri, c’è anche la provincia, e tutti tifano Salernitana. Ricordo l’anno del campionato vinto nel 2012/13, una delle ultime partite fu Salernitana-Poggibonsi, ci fu una coreografia spettacolare, probabilmente neanche in palcoscenici europei si sarebbe vista una cosa del genere”.
Fonte foto: Facebook fan page Morris Molinari
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