Finalmente è di nuovo campionato. Domenica si gioca, all’Arechi arriva il sorprendete Padova di Bisoli. 4 punti in due derby, la voglia di stupire e la spinta di un pubblico lontano dalla B per troppi annni. Salernitana-Padova è anche la partita di Andrea Bovo, che domenica dal divano assisterà alla sfida tra le due squadre della sua carriera: “Sono curioso di vedere cosa accadrà nel corso dei novanta minuti di gioco – ha detto Bovo in un’intervista rilasciata al collega Enrico Vitolo sulle colonne del quotidiano Il Mattino – Mi fa venire in mente tutto quello che ho vissuto nelle due piazze“. Ovvero tre stagioni a Salerno, cinque e mezzo in Veneto: “A Padova sono legato in maniera profonda perché mi ha permesso di diventare professionista e di sfiorare la promozione in Serie A. Ma anche di Salerno ho bellissimi ricordi, una città che mi ha sempre accolto bene e nella quale ho deciso di vivere una volta appese le scarpette al chiodo“.
Domenica per Bovo sarà impossibile schierarsi, per il centrocampista oggi alla Viterbese è difficile anche solo fare un pronostico: “In più in Serie B, maggiormente all’inizio quando i valori non sono ancora definiti, può accadere tutto e il contrario di tutto. Sarà una gara non semplice per i granata, affronteranno una formazione che ha mantenuto l’ossatura della passata stagione e che sa far giocare male il proprio avversario. Direi che il Padova può essere descritto come la classica formazione cadetta, compatta e fisica. In più ha anche qualche giocatore di buona qualità“. Dopo due partite la Salernitana ha trovato due punti, contro Palermo e Lecce: “Un inizio che ci sta, visto il valore delle squadre affrontate, la cosa più importante è restare calmi e non farsi prendere dalla frenesia. Nel primo anno di B con Torrente in panchina conquistammo quattro dei sei punti disponibili, poi però ricordiamo tutti come proseguì la stagione“. Capitolo Colantuono. Il tecnico di Anzio è in procinto di cambiare modulo e passare al 4-3-1-2, per avere più equilibrio ma anche per permettere a Davide Di Gennaro di essere più vicino all’area di rigore: “Non lo so se è il modulo giusto, non sta a me dirlo. Molto, però, dipenderà dalla posizione in campo di Di Gennaro, anzi credo sia l’ago della bilancia. Sia da playmaker che da trequartista può fare la differenza, ma nel secondo caso molto dipenderà anche da come gli verrà servita la palla“. È sicuramente Di Gennaro l’arma in più di questa Salernitana in una stagione speciale, l’anno del centenario: “Personalmente non caricherei eccessivamente l’ambiente, troppe pressioni non aiutano. Specie ora che la squadra ha ancora bisogno di tempo per assemblarsi nel modo giusto. Ovviamente, guardando i nomi presenti in rosa è inevitabile dire che questa Salernitana potrà dire la sua, ma molte società hanno operato bene nel corso del alciomercato e si sono attrezzate notevolmente“.
La battaglia per la A è per i soliti noti: “Credo che nessuno si staccherà concretamente da tutte le altre pretendenti alla promozione. Ci sarà grande equilibrio. Vero è, però, che le tre retrocesse dalla serie A, Verona, Benevento e Crotone, hanno almeno sulla carta qualcosina in più rispetto a tutte le altre”. Oggi però la B potrebbe tornare a 22 e tutto potrebbe cambiare: “Vedendola dall’esterno direi che l’intera situazione è stata gestita in modo ridicolo, l’augurio è che mai più si possa vivere qualcosa del genere in futuro. Sin dall’inizio c’è stata solo grande confusione. Ognuno ha interpretato i regolamenti in base ai propri interessi, mentre la categoria dei calciatori si è vista penalizzata in modo clamoroso”.
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