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Padova, il dg Zamuner: “A Salerno partita difficile contro squadra forte trascinata dal pubblico”

zamuner

Si avvicina la trasferta di Salerno per il Padova che dopo aver pareggiato col Verona e battuto il Venezia punta a confermare quanto di buono fatto vedere nelle prime due giornate di campionato. In questi giorni di preparazione alla sfida dell’Arechi, il dg Giorgio Zamuner sarà a Coverciano dove ieri è iniziato il corso per direttori sportivi. Zamuner rientrerà in Veneto giovedì prima della partenza per Salerno dove sabato la squadra di Bisoli effettuerà la rifinitura: “Non vedrò i ragazzi all’opera in questi giorni, ma mi relazionerò quotidianamente con Bisoli – Ha dichiarato Zamuner al Gazzettino di Padova – La squadra, comunque, ha ormai un certo tipo di mentalità, di filosofia e di atteggiamento, con un allenatore che pretende molto sul piano dell’intensità e dell’organizzazione. Mi auguro che i due risultati positivi ottenuti nei derby ci abbiano trasmesso ulteriore fiducia dal momento che domenica ci attende una partita molto difficile per il valore dell’avversario, per l’ambiente e per il caldo che troveremo. Del resto in serie B non ci sono partite scontate, può succedere di tutto e una compagine come la nostra deve tenere alta la concentrazione e la voglia di provare a ottenere il risultato su tutti i campi”.

Partenza anticipata dunque per Ravanelli e soci i quali arriveranno a Salerno in treno: “Andiamo ad affrontare una formazione costruita per vincere, questa è l’insidia maggiore. Perché per la Salernitana è l’anno del centenario e punta a un piazzamento nelle prime posizioni. Per di più ha una tifoseria che trascina molto la squadra. Ripeto, sappiamo che ci attende una gara difficile, ma lo erano anche i derby con Verona e Venezia, e lo saranno anche le sfide successive. Dobbiamo essere bravi a coltivare l’entusiasmo che abbiamo a livello di squadra e di ambiente”.

Anche il Padova chiaramente attende il verdetto del Collegio di garanzia del Coni sul futuro del campionato. “Può succedere di tutto, rimanere a diciannove squadre o tornare a ventidue, magari anche a venti. In ogni modo spero che venga usato il buon senso, e che venga presa una decisione per il bene del calcio italiano a prescindere dalle correnti politiche e dagli interessi delle società. Anche se per il calcio italiano non c’è altra strada che andare verso una riforma totale” ha sottolineato il diggì biancoscudato.

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