Passato, presente e… futuro a confronto nel monday night tra Salernitana e Brescia. L’attaccante più prolifico della B contro uno dei migliori giovani difensori della cadetteria. In due parole, Donnarumma contro Mantovani. Lunedì sera all’Arechi va in scena una partita nella partita che ha radici profonde. Dai tempi del ritiro di Sarnano (era il luglio del 2016 ndA), quando un giovanissimo Mantovani – appena arrivato alla corte di Lotito e Mezzaroma – mandò letteralmente in tilt il già esperto Donnarumma in un afoso pomeriggio marchigiano, sotto gli occhi dell’allora allenatore, Giuseppe Sannino. Con ordine.
Lunedì sera nel principe degli stadi arriva il Brescia del capocannoniere di B Alfredo Donnarumma, ex granata particolarmente rimpianto soprattutto oggi se si paragona lo score del bomber delle rondinelle con quello degli attaccanti granata. Alfredino fin qui ha messo a segno già dieci reti (esattamente il doppio di Bocalon e comunque più di tutti i “sigilli” dell’intero reparto offensivo della Salernitana…) e per la prima volta torna da ex all’Arechi (lo scorso anno con la maglia dell’Empoli fu costretto a mordere il freno per infortunio).
Quasi certamente toccherà proprio a Valerio Mantovani fermare il capocannoniere del campionato cadetto. Il bomber per antonomasia, contro uno dei difensori più promettenti di tutta la categoria. Una storia singolare tra i due prima ancora che una… singolar tenzone. Una storia iniziata in una calda e torrida estate a Sarnano, in provincia di Macerata, dove la Salernitana era in ritiro agli ordini di Sannino. Nel bel mezzo del romitaggio estivo fa capolino sul campo “Mario Maurelli” del piccolo centro marchigiano, un giovanissimo Valerio Mantovani accompagnato dal suo agente. L’enfant prodige scuola Toro avrebbe firmato di li a poco un quadriennale con la Salernitana – proprio in questi giorni il club granata sta avviando trattative per il rinnovo dell’accordo, intensificando i contatti con l’entourage del giocatore (clicca qui per leggere l’articolo). Pronti via e Mantovani viene schierato da Sannino nella formazione delle probabili seconde linee – ovviamente – con il compito di provare ad arginare proprio Donnarumma che faceva coppia con Coda in avanti. Detto, fatto. L’enfant prodige romano non si fa prendere dall’emozione e comincia a mettere la museruola ad Alfredino da Torre Annunziata. D’anticipo, con eleganza, di forza, di prepotenza, di testa. Il giovanissimo difensore giganteggia sull’esperto attaccante che prima resta sorpreso e poi sbrocca. A tal punto che il bomber – all’ennesimo pallone soffiatogli da Mantovani – perde la bussola, va in tilt e se la prende in malo modo con il “ragazzino” reo – a suo dire – di essere troppo duro negli interventi. Neanche il tempo di finire l’invettiva che tuonano sul campo le parole di Sannino. Il tecnico interrompe l’allenamento, bacchetta a gran voce Donnarumma, ricordando a lui e a tutta la squadra che gioca chi merita e che se “pensi di fare la voce grossa perché è un ragazzino falla con i fatti. Perché se poi ti soffia il pallone e merita io non guardo la carta d’identità”. Probabilmente quella fu una delle (poche) intuizioni del tecnico di Ottaviano che diede sempre più fiducia a Mantovani, cucendogli addosso il ruolo di centrale in una difesa a “tre” e facendolo esordire dal primo minuto in B, fin dall’open day del campionato cadetto nel pareggio di La Spezia (era il 26 agosto del 2016). In campo, in quella Salernitana, c’erano Mantovani in difesa e Donnarumma in attacco (che servì l’assist del momentaneo vantaggio di Rosina). Lunedì sera i due si troveranno faccia a faccia. Uno contro l’altro. Stavolta sarà partita vera. L’augurio è che Mantovani “ricordi” a Donnarumma i tempi di Sarnano…
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