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Don Roberto, cappellano dal cuore granata: “Salernitana questione di famiglia. Ho incontrato il gruppo…”

Punto di riferimento per giovani e fedeli in genere, da qualche giorno Don Roberto Faccenda è diventato una figura importante anche per calciatori e staff tecnico della Salernitana. Monsignor Andrea Bellandi, arcivescovo metropolita di Salerno-Campagna-Acerno, lo ha nominato cappellano della compagine granata di cui don Roberto è un appassionato tifoso. Una fede (calcistica) nata “grazie a mio zio Donato, ha fatto crescere in me e mio fratello l’amore per la Salernitana”. Un amore nato agli inizi degli anni Novanta, quelli di “D’Isidoro e Caramel” ricorda don Roberto, passato dalla Tribuna ai Distinti: “Mio fratello col passare degli anni si è spostato in Curva dove va ancora oggi, io invece da anni vedo la partita dalla tribuna. L’abbiamo sempre seguita, anche ai tempi della Serie D. È una questione di famiglia, di sangue. Per me è sempre un’emozione vedere la Curva che spinge”.

Due fedi che si incrociano, sacro e profano si mescolano nel ruolo del cappellano, nato dal cambiamento culturale del mondo pallonaro: “Negli anni Novanta quasi tutti i calciatori erano cattolici, oggi lo sport è globalizzato, capita di incontrare tanti ragazzi di altre religioni, o atei. Il compito del cappellano è quello di accompagnare e sostenere la squadra, a prescindere dal credo – spiega don Roberto – La Salernitana aveva chiesto all’arcivescovo la presenza di una figura anche per il settore giovanile. In questo caso mi trovo particolarmente a mio agio (don Roberto Faccenda è referente per il servizio pastorale scolastica della diocesi di Salerno ndr). Ci saranno incontri personali, ma certamente quella del cappellano non è la figura del mental coach”.

E così, da qualche settimana, don Roberto è entrato a far parte della famiglia granata: “Ci siamo conosciuti, seguo un allenamento a settimana, sia delle giovanili che della prima squadra”. Le impressioni sono state tutte positive: “Ho visto grande disponibilità e professionalità, i ragazzi danno il massimo in ogni allenamento. Anche lo staff tecnico è attento e meticoloso, tutti sono molto impegnati per la causa. Il più religioso? Sicuramente mister Castori, è un uom di fede. Anche Bogdan è praticante”. Sacerdote e tifoso: don Roberto Faccenda analizza il momento della Salernitana, anche dal punto di vista emotivo: “Nonostante il contraccolpo per i risultati, la squadra sta bene. C’è massima dedizione, anche Ribery è attento ad ogni piccola cosa. Si vede la massima applicazione anche da parte di mister Castori”. Alle porte c’è la delicata sfida col Genoa: “È sicuramente arrivato il momento per il decisivo cambio di marcia. Nelle ultime tre partite c’è stata una crescita costante, spero che sabato ci sia la svolta fondamentale. Castori merita fiducia sotto tutti i punti di vista”.

Un passaggio sull’aspetto societario: “Ci aspettiamo una proprietà che possa dare la compattezza necessaria, anche se il direttore Fabiani e tutti i dirigenti hanno fatto il massimo in un periodo per tutti”. Infine una curiosità sul rapporto tra monsignor Bellandi – noto tifoso della Fiorentina e più volte presente all’Arechi – e la Salernitana: “Fa il tifo per la Fiorentina, ma è iper-simpatizzante della Salernitana – rivela don Roberto – Lo scorso anno ha visto tutte le partite con le squadre toscane (Pisa ed Empoli, ndr) e quella col Frosinone”. Un vero e proprio talismano per l’ippocampo: “Lo invitai alla partita col Monza, ma disse che sarebbe venuto a quella successiva: col Monza abbiamo perso, e alla successiva con l’Empoli abbiamo vinto. Ha seguito anche tutte le gare esterne in tv: segue la partita con passione, esulta ai gol ed è un grande intenditore di calcio. Lo scorso anno era molto affezionato a Cicerelli e Tutino”.

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