Tornano a parlare i calciatori della Salernitana. Dodici giorni dopo l’ultima sgambatura in gruppi al Mary Rosy e diciannove dopo l’ultimo match ufficiale disputato dai granata, capitan Francesco Di Tacchio ha descritto il difficile momento che il Paese sta vivendo dal suo punto di vista. “Stiamo affrontando un qualcosa di mai visto: unico, importante. Ogni giorno sentiamo un bollettino di guerra: con la morte di tante persone. Dispiace tanto e c’è preoccupazione. L’unica cosa da fare è rimanere a casa ed aspettare tempi migliori. È durissima, ma dobbiamo farlo. Manca il quotidiano. Manca tutto: il campo, scambiare due chiacchiere prima dell’allenamento, prendere un caffè, scherzare con i compagni. Ma soprattutto mancano l’adrenalina dell’allenamento e della partita. Stiamo vivendo una vita che noi calciatori non siamo abituati a vivere”, le dichiarazioni del centrocampista al quotidiano Il Mattino oggi in edicola nell’intervista di Eugenio Marotta.
I giocatori del cavalluccio hanno un programma di allenamenti da dover svolgere. “Proviamo a fare quello che possiamo a casa: siamo sempre in contatto con i preparatori ed il mister Ventura. Le direttive le abbiamo. Alla ripresa dovremmo essere tutti sullo stesso livello. Non so se faremo anche una sorta di nuova preparazione atletica. – continua l’ex irpino – In questo momento bisogna fare dei sacrifici, aspettando che la situazione migliori. Adesso la priorità non è allenarsi, ma la salute delle persone. Fino a quando era permesso facevo fisioterapia presso un centro specializzato. Per precauzione sto ancora facendo a casa magnetoterapia per il problema all’alluce del piede che ha avuto anche Milan Djuric, con i macchinari specializzati. La mia giornata tipo? Sveglia alle 8.30, colazione con calma, stretching, posture addominali, poi verso le 11 leggo un libro e studio un po’ di inglese prima di pranzo. Nel pomeriggio mi dedico un po’ ai social. Quindi allenamento verso le 16.30 e dalle 18.30 Netflix e qualche film. Poi cena, tv telefono e nanna. Abbiamo creato una chat di gruppo con la squadra, confermando il nome dello scorso anno: “Tupa” che è il diminutivo di Tupamaros, un nickname che ci aveva affibbiato Gregucci. Ridiamo, scherziamo e proviamo a distrarci con video e messaggi. Ma ci manca lo spogliatoio. Il guascone della squadra è Lopez. Con i suoi video che arrivano da non so dove fa copia-incolla e strappa risate a tutti”.
Tifosi e calciatori sono in astinenza. Tra riunioni in videoconferenza, legittime preoccupazioni per il primario interesse della salute del Paese, ma anche tanti interessi spesso contrastanti tra le varie anime delle leghe e del sistema calcio, non c’è ancora una data plausibile per la ripresa delle attività agonistiche. Se riprenderanno. “Credo che si farà di tutto per ripartire e recuperare, anche perché ci sono in grossi interessi in ballo. Bisogna anche capire, però, che ci sono persone che muoiono e che il rischio contagi è ancora elevato. Due promozioni senza playoff? Sarebbe un vero peccato perché alla fine stavamo facendo un grande campionato. Dispiacerebbe una cosa del genere perché eravamo in linea con il percorso che ci eravamo fissati. Non escludo comunque ricorsi e controricorsi. Personalmente penso solo a riprendere a giocare al più presto per rivivere le emozioni che solo il calcio può dare”, afferma ancora Di Tacchio prima di chiudere con un appello: “Vorrei vedere al più presto l’Arechi pieno di gente che ha voglia di calcio e sarebbe bello, una volta per tutte, fare quello per cui ognuno che si sente più gratificato. Tifare i granata e vincere per la Salernitana. Noi viviamo per quello: per regalare gioia e toglierci soddisfazioni. Un calciatore senza quello è spento”.
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