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Dalla “regola della piazzetta” al burrascoso addio: un anno e mezzo dopo è ancora Sabatini-Salernitana

I più nostalgici vanno già in brodo di giuggiole. Torna Walter Sabatini è la memoria va inevitabilmente al famigerato 7% che si trasformò, in quattro mesi, in 100%. “Ci danno tutti retrocessi al 93%. Io mi tengo stretto quel 7% e ci credo. Giochiamocela”, le parole del ds al termine di quel mercato rivoluzionario del gennaio 2022, con 11 acquisti (Sepe, Dragusin, Verdi, Mazzocchi, Ederson, Fazio, Mikael, Mousset, Radovanovic, Perotti e Bohinen) e 6 cessioni (Aya, Gondo, Bogdan, Simy, Guerrieri, Kalombo); il dirigente riuscì anche a convincere Ribéry a restare in granata. Sabatini fu scelto da Danilo Iervolino, fresco patron granata ad inizio 2022, per provare l’impresa salvezza. Il resto è storia.

I mesi difficili col lieto fine

Ma il mercato non portò subito risultati, la Salernitana iniziò la rincorsa salvezza solo ad aprile, battendo la Samp a Marassi; prima però solo la vittoria di Verona con l’Hellas, sei ko e cinque pareggi. Il cambio in panchina, con l’avvento di Nicola al posto di Colantuono, non portò subito la scossa. Proprio Sabatini, in questo lasso di tempo, mise in discussione il proprio operato (“Ho fatto un errore valutazione pensando che tanti giocatori da tempo inattivi potessero trovare condizione velocemente”), difendendo anche alcune scelte, una su tutti, quella di Fazio (“Gli errori, quando ci sono, li vedo anche io, ma ci sono modi meno oltraggiosi di raccontarli“). In quei mesi il ds si è eretto anche a difensore della piazza e della squadra, non risparmiando commenti sugli episodi arbitrali dubbi, come i due rigori concessi al Napoli a gennaio e quello al Torino all’Arechi ad aprile; come dimenticare il famigerato “Hanno per caso ripristinato la regola della piazzetta, con un rigore ogni tre corner?”. Le vittorie contro Sampdoria e Fiorentina, ma soprattutto quelle nei recuperi contro Udinese e Venezia e il prezioso pari con l’Atalanta sancirono la clamorosa salvezza, nonostante il brivido finale del pesante ko (0-4) all’Arechi contro l’Udinese, mentre il Cagliari non sfondava al Penzo contro un Venezia già retrocesso. All’impresa salvezza del dirigente venne anche dedicato uno speciale da DAZN, intitolato “Viva Sabatini”, con i retroscena delle trattative di gennaio.

Il fulmine a ciel sereno

La conquista della permanenza in A fece presagire una tranquilla programmazione per una stagione di consolidamento in massima serie, nel segno della continuità dirigenziale e tecnica. Ed invece arrivò, come un fulmine a ciel sereno, l’addio a Walter Sabatini. Un evento che lasciò la tifoseria sotto shock. L’idillio si ruppe, così come la fiducia tra l’ex ds ed il presidente Iervolino. Il patron revocò la proposta di rinnovo. Le attenzioni sui reali motivi della separazione si focalizzarono su una clausola presente nel contratto di Lassana Coulibaly, inserita dalla precedente gestione, ma per Iervolino non c’erano le condizioni per andare avanti. E tra i due volarono gli stracci.

È stata imbrattata una tela del Caravaggio, ma non è certo qualche schizzo di fango sulla tela che può sminuire un’opera d’arte; è una triste fine per un’avventura che ci ha fatto esplodere di gioia. È tutto figlio di un equivoco – spiegò il dirigente –. Nel caso di Coulibaly, assurto agli onori delle cronache, rifarei cento volte tutto. Ho solo cercato di difendere un patrimonio della Salernitana, messo a repentaglio da una clausola secondo cui il ragazzo poteva liberarsi a 20mila euro in B e a 1,7 milioni in A: un accordo che ovviamente non avevo fatto io. Il presidente, perfettamente al corrente di tutto, come l’ad Milan, mi ha dato mandato di risolvere la questione perché non voleva assolutamente perdere il giocatore, e io mi sono limitato a trasferirgli le richieste degli agenti. Stava a lui decidere se accettarle o se perdere Coulibaly. In passato, sul tema delle commissioni ho fatto battaglie di principio, nobilissime ma alla fine anche dannose”. Ma Iervolino non aveva assolutamente la stessa versione dei fatti: “Avevo deciso di non parlare perché i panni sporchi si lavano in famiglia. Poi ho letto le parole di Sabatini e ho sentito il dovere di rispondere. Sabatini crede di prendere tutti per stupidi ma di equivoco c’è solo lui. Pensa di essere più intelligente, ma è stato bugiardo. Abbiamo litigato perché non accetto queste storture”.  Un anno e sei mesi dopo, con in mezzo continue dichiarazioni d’amore di Sabatini per Salerno e margini di ripensamento mostrati da Iervolino, i due si sono ritrovati, con lo stesso obiettivo del gennaio 2022: salvare la Salernitana.

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