Da Sousa a Liverani, di male in peggio: i numeri (disastrosi) di una risalita mai iniziata

Se non vinci da due mesi e se nelle ultime otto giornate hai incassato sette sconfitte, racimolando appena un punto, immaginare una risalita è praticamente impossibile. Neanche con Fabio Liverani in panchina la Salernitana ha lanciato segnali di vita. A differenza delle dirette concorrenti. Le uniche che vivono una situazione simile ai granata sono il Sassuolo, che non vince dal 6 gennaio scorso e Dionisi è infatti a forte rischio esonero, e il Frosinone, sconfitto oggi in pieno recupero dalla Juve nel lunch match. Le altre, chi più chi meno, hanno mosso la classifica. Il Cagliari ha strappato oggi un punto contro il Napoli, il Verona, nonostante la rivoluzione di gennaio, ha fermato sul pari la Juve due giornate fa. Proprio contro i bianconeri l’Udinese ha strappato tre punti pesantissimi a Torino. Due turni fa il Lecce ha battuto in rimonta la Fiorentina al Via del Mare.

Hellas Verona Salernitana Nicola

Chi ha cambiato totalmente passo è l’Empoli, merito dell’arrivo in panchina di Davide Nicola. Il tecnico piemontese si sta confermando uno specialista di salvezze: dal suo arrivo ha centrato tre vittorie e tre pareggi, senza mai perdere.

Meglio di quanto abbia fatto in cinque mesi di campionato la Salernitana. Con tre allenatori diversi infatti i granata hanno centrato la miseria di due vittorie e incassato ben diciassette sconfitte. La conferma di Paulo Sousa sembrava la giusta prosecuzione di un percorso di crescita iniziato col tecnico lusitano che, subentrato a Nicola nel febbraio 2023, aveva centrato la salvezza con tre giornate d’anticipo. Una salvezza che sembrava essere propedeutica anche ad un campionato da parte sinistra della classifica.

Proprio l’ottimo impatto di Sousa col campionato italiano aveva spinto Aurelio De Laurentiis a cercarlo come sostituto di Spalletti per il suo Napoli fresco scudettato. La fase di stallo, vissuta a inizio giugno, con l’allenatore che, ascoltata l’offerta del Napoli, meditava sul suo futuro e la conseguente scelta azzurra di affidarsi a Garcia ha probabilmente incrinato il rapporto tra Sousa, Iervolino (che lo ha definito “un amore viziato”) e i tifosi. Insomma una stagione nata non sotto una buona stella. Nel ritiro di Rivisondoli poi Sousa non ha mai nascosto la sua insoddisfazione per il mercato, con l’arrivo di giocatori non richiesti, la mancata sostituzione di Piatek e Vilhena e poi la permanenza forzata di Dia. Il campo ha tradotto le difficoltà: tre pareggi e cinque sconfitte e una media di 0,38 punti a partita, con appena 4 gol segnati e ben 17 subìti. L’inevitabile esonero per Sousa è arrivato a ottobre scorso dopo la sonora sconfitta di Monza.

La società ha scelto di puntare sulla voglia di rivalsa in Serie A, dopo la clamorosa retrocessione di Benevento e l’esonero di Bologna, di Pippo Inzaghi. Ma con l’ex bomber di Juve e Milan le cose non sono andate meglio: una media punti leggermente maggiore (0,63) ma con otto partite in più rispetto a Sousa e due sole vittorie, quattro pareggi e dieci sconfitte, 16 le reti siglate e 30 quelle incassate. Un suo ritorno, visto un contratto ancora valido, non sembrerebbe percorribile, viste le dimissioni paventate e respinte e gli screzi social con Sabatini; oltretutto Inzaghi ha lasciato e ritroverebbe una squadra ultima con 13 punti. Con Liverani non è arrivata la scossa, anzi. La squadra ha continuato ad incassare gol a raffica, ma è riuscita anche a regredire sul piano della pericolosità offensiva. Il trainer laziale avrà l’ultima chance a Udine. Ma se dovesse andare male l’unica soluzione sembrerebbe un traghettatore verso la Serie B.