Il Venezia non ci sta. I lagunari sono stati chiamati in fretta e furia a giocare i playout, dopo che per 20 giorni erano sicuri di essere salvi. E invece la nuova sentenza ha sconvolto di nuovo le carte sul tavolo, lo spareggio si deve giocare e addirittura fra 5 giorni. Impensabile per Serse Cosmi e il suo Venezia. L’allenatore dei veneti ha parlato oggi in conferenza stampa, sbattendo i pugni sul tavolo e alzando la voce. Questo spareggio non può essere regolare, secondo Cosmi: “Vi stupirò: parlerò di calcio – l’esordio del tecnico – So che è una fatica enorme, il mio mestiere mi impone inevitabilmente di parlare di calcio. Non voglio sviare da commenti o giudizi per le sentenze, non perché non le capisco ma perché non lo voglio fare. È giusto che lo faccia la società. Voglio sottolineare un aspetto. L’11 maggio dopo che abbiamo vinto con il Carpi e raggiunto i playout, risultato difficile da raggiungere, sapevamo che l’avversario era la Salernitana. In quel momento nessuno di noi ha pensato di non giocare gli spareggi, eravamo felici di farlo ed eravamo anche in fiducia e l’aspetto psicologico conta nel calcio. Non dico che avremmo vinto, ma eravamo in una condizione positiva e non mi riferisco a quella della Salernitana. Tre giorni dopo leggo il comunicato della Lega B con la classifica riscritta, la società mi dice che eravamo salvi. Non abbiamo festeggiato, però eravamo ovviamente svuotati e liberi da una stagione lunga. Noi ci siamo allenati regolarmente? No non è vero, e chi ha tirato un calcio d’angolo in vita sua o ha partecipato a un torneo di calcetto sa come si prepara un evento sportivo. Qui stiamo parlando di un playout che decide una stagione, io l’anno scorso li ho giocati e so cosa significa. Ci siamo allenati in maniera saltuaria, con calciatori in scadenza di contratto e altri in prestito senza voler essere ipocriti. Io considero il campo l’unico giudice, poi magari fra due anni le squadre compreranno un grande avvocato invece che un grande attaccante. Io sto parlando a nome di un allenatore, un rappresentante del calcio giocato: ha una logica di sminuire così quella che deve essere la cosa fondamentale, cioè l’evento sportivo? Io non chiederò di non giocare, non è nelle mie possibilità, ma chiedo che l’evento sportivo affinché sia attendibile debba essere costruito in maniera regolare. Non c’è credibilità. Oggi faccio fatica a capire in che mondo sono. I playout ora non sono attendibili sotto l’aspetto tecnico e non voglio sentirmi dire che sarà a decidere il campo, perché non siamo in condizione di preparare la partita. Nessuno ha preso in considerazione l’aspetto sportivo, nessuno ha detto che giocare questi playout è ingiusto. Non ci sono le condizioni, questo non è sport. Vorrei parlare personalmente con Gravina e Balata, vorrei parlare di calcio. Non si sa manco se possiamo prenotare un aereo per 50 persone per Napoli. È una situazione normale? Ma quale calcio. È normale che lo sciopero si proclami insieme ma la Salernitana non mi sembra intenzionata a farla, io conosco il mio ruolo. Vediamo che succede, se ci diranno di scendere in campo ci andrò. Burattino di un sistema è meglio che ci vada io, ci vado io a fare il burattino a Salerno. Farò quello che mi dice la mia società”.
Poi Cosmi rincara la dose: “Lo stato d’animo coincide con le sentenze, io dico una cosa. Il 13 maggio viene fatta una sentenza esecutiva e questo termine ha un valore per me. Viene stabilita una nuova classifica e che addirittura non si svolgono i playout. Si dà di conseguenza anche il via ai playoff, con il Perugia al posto del Palermo. È vero che normalmente si aspetta l’appello. Non è stato fatto e si è dato via ai playoff. Io mi domando, le ipotesi erano tre: Palermo assolto, retrocesso o penalizzato. Se fosse stato assolto? Che succedeva? Se dai il via ai playoff devi annullare i playout. Il 13 maggio bisognava essere forti e dire di aspettare i playoff, invece si è andato avanti. E adesso ristabiliscono i playout dopo una sentenza di 20 giorni fa. Io so che c’è politica nel calcio, ma secondo me c’è un limite a tutto. E siamo andati oltre”.
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