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Corruzione, richiesta di rinvio a giudizio per Iervolino: indagini coinvolgerebbero la Pegaso e risalgono al 2019

Danilo Iervolino, presidente della Salernitana dal gennaio 2022, è coinvolto in un procedimento penale per fatti risalenti al marzo del 2019 e che, ovviamente, non riguardano la società granata. Il capo di imputazione formulato dai p.m. Sergio Ferrigno e Henry John Woodcock riguarda un presunto concorso di persone in corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, ex art. 319 c.p.

Lo stato

La Guarda di Finanza di Napoli ha concluso le indagini preliminari a carico di sette persone, tra cui il patron del sodalizio granata. Formulata la richiesta di rinvio a giudizio da parte dei pubblici ministeri, il prossimo passo sarà l’udienza preliminare davanti al g.u.p. del Tribunale di Napoli, il 24 novembre. Ovviamente si è ancora nell’alveo delle presunzioni, in quanto l’eventuale colpevolezza sarà certificata dal giudice soltanto all’esito del processo, nel caso in cui si terrà. Oltre Danilo Iervolino, figurano tra gli indagati anche Francesco Fimmanò, avvocato nonché braccio destro del patron, e Mario Rosario Miele, attualmente componente del CdA della Salernitana.

I fatti

Riguardano, come detto, la presunta corruzione di un pubblico ufficiale nella scissione del patronato Encal-Inpal in due distinti soggetti nel 2019. Il tutto sarebbe stato architettato da Franco Cavallaro, all’epoca segretario generale del sindacato Cisal, che avrebbe corrotto Concetta Ferrari e Fabia D’Andrea, rispettivamente segretario generale e vice-capo di gabinetto al Ministero del Lavoro, in cambio di alcuni vantaggi. La richiesta di scissione dei due patronati, finalizzata a ottenere dei finanziamenti pubblici, era stata già avanzata un anno prima, nel 2018, ma senza trovare ancora nulla osta da parte del rispettivo Ministero. In tutto ciò, nella ricostruzione fatta dai p.m., rientrerebbe anche il coinvolgimento dell’Università Telematica Pegaso, all’epoca dei fatti ancora di proprietà di Iervolino: Cavallaro avrebbe spinto per l’assunzione del figlio di Ferrari, Antonio Rossi, come professore sotto contratto di 30mila euro lordi l’anno. E Fimmanò avrebbe mediato i rapporti tra Cavallaro e Miele, oggi nel consiglio di amministrazione della Salernitana. L’università si è dichiarata parte lesa nel procedimento in corso.

 

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