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Coda vs Belec, domani sfida tra vecchi amici. Anche Lopez è un ex di turno

Due ex di turno, uno per parte, con destini comuni nelle precedenti società in cui non sono riusciti a ottenere salti di categoria, pur lasciando il segno sul campo. Massimo Coda domani tornerà nello stadio in cui ha fatto gioire spesso i tifosi della Salernitana, mettendo a segno 33 gol in 85 partite nel biennio 2015/17, numeri che lo fanno essere tuttora l’attaccante più prolifico della gestione Lotito-Mezzaroma. Dall’altra parte, spinge per rientrare in campo dal 1′ quel Walter Lopez che a Lecce – anche lui per due stagioni, dal 2013 al 2015 – ha giocato 63 partite (con 2 gol): quella dei pugliesi è la maglia che ha indossato più volte in carriera.

Inutile insistere con le presentazioni per Coda. Il bomber classe 1988, nativo di Cava de’ Tirreni, lasciò il segno sulla salvezza ai playout del 2016 e provò – vanamente – ad “alzare l’asticella” l’anno dopo con Bollini. Ho letto che non c’è tanto entusiasmo per Castori, lui ha tanta esperienza, il campo darà tutte le risposte. Alla Salernitana serviva un po’ di consolidamento in Serie B, i tifosi dovevano stare tranquilli. Adesso mi rendo conto che c’è voglia di qualcosa in più, la piazza merita”, aveva detto il bomber alla nostra redazione in una lunga intervista rilasciata quest’estate nel breve periodo in cui è rimasto svincolato, alla fine del contratto con il Benevento (clicca qui per leggerla integralmente). Domani sera Coda ritroverà uno stadio che l’avrebbe certamente applaudito, se ci fosse stata la possibilità di affollare i gradoni, e in campo riabbraccerà qualche vecchio amico: tra i candidati per marcarlo c’è anche Mantovani, suo compagno nel 2016/17 in granata, mentre sicuramente l’ultimo baluardo prima di un gol (che non ha mai fatto da avversario ai granata) sarà quel Vid Belec che fu suo compagno in massima serie nel Benevento (2017/18).

Coda non è riuscito a guadagnare la promozione con la Salernitana. Idem per Lopez, che non riuscì a portare il Lecce in B dopo due tentativi. Galeotti furono i playoff. I due hanno avuto Alberto Bollini come tecnico in comune (uno a Salerno, l’altro in Salento). L’uruguaiano fu – suo malgrado – protagonista anche di una brutta faccenda nell’aprile del 2015, quando denunciò di essere stato accerchiato con tutta la sua famiglia e minacciato di morte da alcuni sedicenti ultras giallorossi. La vicenda finì in tribunale ma, quattro anni dopo, non trovò riscontri ed i giudici di Lecce assolsero i presunti responsabili. Rispetto a Coda, insomma, l’avventura del terzino mancino con la squadra che domani incrocerà non si chiuse nel modo più sereno.

 

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