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Cerci, scommessa persa: “Problematiche ripetute, non ha fatto la differenza”

Aveva puntato molto sul suo pupillo Gian Piero Ventura, ma la scommessa non è stata ripagata da Alessio Cerci. Tra la Salernitana e l’ex Torino l’amore non è mai sbocciato. Tante le difficoltà a inizio stagione per entrare in condizione. Ha esordito in granata giocando una ventina di minuti nel derby col Benevento perso 2-0, è subentrato di nuovo contro Trapani, Frosinone e Perugia, ma si è sempre trattato di scampoli di gara, in cui è anche sembrato appesantito. Poi ci si è messa anche la sfortuna, con l’infortunio che l’ha tenuto fuori a lungo e con il Covid e il conseguente lockdown iniziato proprio quando l’attaccante di Valmontone aveva cominciato a mettere minuti importanti nelle gambe e a ingranare dopo i problemi fisici. Con il Frosinone si era rivisto quattro mesi dopo l’ultima volta, col Venezia era partito addirittura titolare, rimanendo in campo 75’ e condendo la prestazione con un assist in cui molti hanno visto il primo segno del suo riscatto. Titolare, per necessità, anche nell’ultima gara prima dell’interruzione del campionato, a Perugia, e un’altra prova ispirata, almeno finché le gambe reggono. Al ritorno in campo tutti si aspettano di vedere il vero Cerci e la prima occasione arriva subito, contro il Pisa, la squadra dove insieme a Ventura ha fatto vedere per la prima volta le sue qualità. Lampi di queste qualità si rivedono, ma la condizione torna a essere scadente. Con l’Entella non è nemmeno tra i convocati, poi un quarto d’ora con la Cremonese, solo panchina con la Juve Stabia e infine il match di ieri, concluso in lacrime dopo un nuovo problema e la sostituzione a pochi minuti dalla fine. “È la storia di questa annata” ha detto ieri Ventura, una metafora perfettamente emblematica della stagione di un Cerci e di una Salernitana balbettanti. “Sapevamo che era un punto interrogativo – ha continuato l’ex ct – Le problematiche si sono ripetute, non è stato fortunato perché quando stava trovando condizione ha preso una ginocchiata che lo ha tenuto fermo un mese, poi la seconda volta è arrivato il lockdown. La differenza, per una serie di vicissitudini, non l’ha fatta”.

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