Il ritorno a casa, nelle sue Marche, in quello stadio che l’ha visto tifoso da ragazzino e anche allenatore per un anno esatto, da novembre 2010 a novembre 2011. Fabrizio Castori non potrà permettersi, però, di lasciare spazio ai sentimentalismi. Dopo 4 pareggi consecutivi, la sua Salernitana è chiamata a fare di tutto per portare a casa l’intera posta in palio. “Ero tifoso dell’Ascoli da piccolo, ho visto lì la Serie A per la prima volta: il Picchio ha rappresentato un movimento importante, aprì calcio di alto livello a noi della provincia. Siamo vicini, non si poteva non tifare Ascoli”, l’esordio del mister originario di San Severino Marche.
C’è un’assenza pesante, quella di Belec. “Il portiere è l’unico ruolo dove bisogna fare gerarchie, il secondo è Adamonis e gioca lui, è normale. Marius è un ragazzo che ha numeri e motivazioni, potrà dimostrare il suo valore, siamo dispiaciuti per le assenze ma sono cose che capitano. Diamo fiducia a chi c’è. – dice il trainer nella conferenza stampa di presentazione della gara – Micai fuori? Abbiamo fatto una scelta ben definita a inizio stagione: il secondo è Adamonis: non è che adesso deve giocare gli mettiamo punto interrogativo! Una volta prese le decisioni bisogna andare fino in fondo. Serve che Marius senta la fiducia non a parole ma con i fatti. Per questa partita qui abbiamo due portieri e va bene così”. Perentorio Castori sull’ex portiere del Bari. Poi, in generale sulle assenze (Bogdan, Kupisz, Boultam non recuperano): “Non ho mai pianto per gli assenti, sono in linea con il mio pensiero e non lo faccio oggi. I contrattempi di alcuni danno opportunità a chi subentra di dimostrare il proprio valore. Logicamente ci sono dei giocatori importanti nel contesto di una squadra, deve essere anche un motivo per i compagni che devono dare qualcosa in più affinché le assenze non pesino. Lo spirito di squadra serve a sopperire alle difficoltà che in un campionato si verificano normalmente”. La Salernitana non cambierà spartito tattico. “Il modulo deve essere equilibrato e funzionale a prescindere dall’avversario. Abbiamo le nostre risposta da dare, in ogni caso. Certo, lavoriamo anche su qualche alternativa, ma i concetti sono ormai consolidati”.
Di fronte domani ci sarà un avversario ostico. Non inganni la posizione di classifica. “Ad Ascoli sarà una partita difficilissima. Conosco benissimo ambiente e mentalità, sono quasi di casa lì. – dice il trainer dell’ippocampo – Il valore di una squadra rifondata a gennaio, con il buon operato di Sottil e Polito è visibile: ha una media di 2 punti a partita dopo il cambio allenatore, ci sono motivazioni a mille da parte di tutti. In questo campionato non ci sono partite facili, è nella norma trovare difficoltà. Siamo pronti ad affrontarla: vogliamo fare risultato e per farlo dobbiamo accrescere l’aspetto temperamentale”. Servono anche i gol degli attaccanti, soprattutto quelli di Djuric che è a secco dal 21 dicembre. “A tutti gli attaccanti chiedo la prestazione, se poi viene gol tanto di guadagnato, ma non bisogna pensare solo a quello: se segni e non fai prestazione non va bene. – ammonisce Castori – Milan sta giocando per la squadra, lo fa in maniera importante per il nostro modo di giocare. Non ne ho nemmeno parlato con lui del gol, non dev’essere un assillo. Ciò che più conta è giocare da squadra. Aveva preso una botta, è stato a riposo, ad uno strutturato e pesante come lui potrebbe aver fatto bene”. Castori non svela se il bosniaco sarà titolare, né come si regolerà con il dubbio sul braccetto sinistro e sul quinto mancino: “Mantovani ha recuperato, è stato molto tempo fermo negli anni passati e paga il fatto di aver ripreso a giocare a spron battuto. Il suo rodaggio è completo, poi ognuno ha la sua fisicità e paga dazio nell’assorbire situazioni che si subiscono in partita. Jaroszynski può fare il braccetto, per caratteristiche è una via di mezzo perché ha anche gamba per fare la fascia. Kiyine esterno? È una opzione offensiva per cercare l’uno contro uno”. Per l’out sinistro c’è anche Sy: “La sua prestazione col Vicenza è stata buona, era la prima che faceva; non parla ancora italiano, ha bisogno di essere inserito e deve sentire fiducia in termini pratici. Ha fatto un tempo discreto, ma tante cose deve migliorarle e conoscere meglio i concetti tattici e difensivi di una squadra. Sono soddisfatto, ha 21 anni e può solo migliorare”. Infine, il centrocampo: “Capezzi è in un buon momento ma anche altri che finora ho utilizzato di meno sono in grado di poter dare un contributo”.
Pubblicando il commento, dichiario di aver letto accuratamente il regolamento e di accettarlo per intero, assumendomi la piena responsabilità di ciò che scrivo. Presto il mio consenso al trattamento dei dati personali, ai sensi del d.lgs. N. 196/2003. La mia identificazione, in caso di violazione delle regole e di eventuali responsabilità civili e penali, avverrà tramite indirizzo IP e non tramite nick o indirizzo email sottoscritto.