L’anno dei sogni… da realizzare possibilmente attraverso solide realtà. L’approdo in massima serie coi propri piedi, un giorno magari anche in Nazionale – quell’albiceleste assaporato con profitto in Under 20 – e quella voglia di rendere davvero significativa l’esperienza con la maglia della Salernitana.
Tiago Casasola si è raccontato a tutto tondo sulle colonne del quotidiano Il Mattino oggi in edicola. “Se penso ai 10 punti conquistati in queste prime sette partite di campionato ritengo il nostro avvio comunque positivo. Certo, ci sono sempre dei rimpianti perché potevamo e possiamo fare di più. Ma 10 punti non sono certo pochi soprattutto se consideriamo le squadre affrontate. Il campionato è lungo, tosto e difficile, ma penso che siamo sulla buona strada – ha affermato l’esterno destro classe 1995 – Possiamo fare tanto: dove arriveremo non lo so. Almeno ai playoff, comunque. Ma per le qualità che ha la Salernitana credo che possiamo fare cose molto importanti, sebbene il campionato cadetto sia sempre imprevedibile”.
Settimana di sosta. Nella mente, ancora Cremona: un buon pareggio ma tanto amaro in bocca per la conduzione arbitrale. Casasola resta nei binari della diplomazia: “Non mi piace parlare degli arbitri. Ma il fallo su Djuric lo abbiamo visto tutti: era netto. Poi pensare di non avere il nostro capitano per quattro partite pesa. E poi c’è anche lo stop del mister che non avremo in panchina contro il Perugia. Per noi saranno sicuramente degli handicap. Schiavi ci da sempre una spinta in più. Var? Secondo me non farebbe male. Può aiutare, si è visto in serie A. Magari nelle ultime partite sono stati soltanto degli episodi su cui comunque preferisco sorvolare. Sono cose che appartengono già al passato. Io voglio pensare solo alla Salernitana e a fare bene per questa maglia. Mettiamola così, negli ultimi incontri alcuni episodi sicuramente non ci hanno aiutato. Ma noi dobbiamo pensare solo ed esclusivamente a fare il nostro cammino e il nostro campionato”.
Capitolo modulo: dal 3-5-2 al… 3-5-2, passando per sprazzi di 4-3-1-2 che hanno indotto Colantuono a tornare col modulo a cinque in mediana. “Sto giocando da esterno, un ruolo che mi consente di spingere tanto. Mi piace arrivare sul fondo e servire assistenza ai miei compagni in area di rigore. Onestamente penso che tutta la squadra si trova a suo agio con questo spartito tattico – continua Casasola – Non ho particolari preferenze. Cerco sempre di adattarmi a quello che chiede l’allenatore. Quando gioco centrale cerco di difendere. Quando sono quinto cerco di spingere. Quando gioco terzino cerco di fare l’uno e l’altro. Cerco di dare sempre il mio contributo. Credo che la Salernitana sia composta da giocatori molto duttili che si possono adattare a qualsiasi tipo di modulo. Poi naturalmente è compito del mister fare o non fare determinate scelte. In ogni caso in quest’avvio di stagione abbiamo già cambiato modulo senza aver riscontrato grossi problemi”.
La Salernitana incassa pochi gol ma il rovescio della medaglia è un attacco che non punge più di tanto. “Sicuramente dobbiamo migliorare la fase offensiva: ci manca qualcosa in avanti. Intendiamoci: non parlo degli attaccanti, ma di tutta la squadra che deve cercare di giocare più la palla per arrivare in area di rigore. Manca la stoccata finale che sicuramente arriverà nelle prossime partite. La squadra ha tutte le carte in regola per riuscirci. Sono sicuro che con il passare del tempo cresceremo anche sotto questo aspetto. Vogliamo arrivare il più in alto possibile”, afferma l’argentino. Pronunciare la parola playoff non sembra più un tabù: “Se arriviamo terzi tanto meglio. L’obiettivo è quello di vincere sempre. Sfido chiunque a pensare il contrario. Ogni squadra pensa di provare ad arrivare prima delle altre. In quest’ottica noi prima cercheremo di vincere il campionato e se non ci riusciamo cercheremo di arrivare ai play off e… di vincerli”.
A Salerno l’ex trapanese si trova benissimo. “Come se fossi a casa. Sono argentino e sono abituato alla passione della gente per il calcio. I tifosi della Salernitana ci sono sempre vicino: in casa e in trasferta. E questo aiuta tantissimo. Anche per loro vogliamo fare un campionato importante. Siamo consapevoli che questa squadra non è nostra: non è dei giocatori, ma dell’intera città di Salerno. Noi vogliamo vincere per tutti loro. L’Arechi somiglia allo stadio del Boca Juniors, dove sono cresciuto. Perché la curva è veramente vicina: la spinta della Sud-Siberiano mi ricorda ‘La Doce’ (la dodici, ndA) come gli Xeneizes (i tifosi del Boca, ndA) chiamano la curva della Bombonera. Ci sono stato tante volte: mi piaceva andare in curva e da calciatore mi piace sentire il calore della gente che spinge la squadra. Quando entro all’Arechi penso all’Argentina”. Perchè non alla Nazionale? “Si, ci penso. Sarebbe veramente una bellissima soddisfazione. Ma prima ci sono altre cose importanti. La Nazionale adesso può aspettare. La prima cosa è fare bene con la maglia della Salernitana. Se faccio bene a Salerno chissà che non possa arrivare anche in nazionale. Promozione e convocazione nella selecciòn? Sarebbe il massimo. Di premi per la Serie A non ne abbiamo ancora parlato. Non credo sia ancora il momento: adesso bisogna pensare ad altro. Poi, se tutto va bene, arriverà anche questo”.
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