Carta per la sostenibilità ambientale nel calcio: firma pure la Salernitana, si punta alla modalità “eco”

La Salernitana ha aderito, insieme ad altre 97 società divise tra Serie A, B, C e D, alla Carta sulla sostenibilità ambientale del calcio approntata dalla FIGC insieme alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Il progetto, che fa parte dell’attività di legacy del progetto “Life Tackle”, è finanziato dalla Unione Europea ed è supportato dalla FIFA. Hanno firmato tutti gli altri club di massima serie tranne Napoli e Roma, mentre in B hanno risposto presente Ascoli, Cagliari, Cosenza, Frosinone, Parma, Sudtirol, Ternana e Venezia. In terza serie spiccano le campane Avellino, Gelbison, Giugliano e Turris, in D le altre corregionali Casertana, Palmese, Puteolana, Mariglianese, Real Aversa, Sorrento, Santa Maria Cilento, Nola e Angri.

Che cosa è la Carta sulla sostenibilità ambientale nel calcio ?

I rappresentanti delle società che aderiscono al progetto si sono incontrati ieri al Centro Tecnico Federale di Coverciano. Il club del cavalluccio marino ha partecipato in videoconferenza con lo Slo, Domenico Napoli. La tematica principale dell’incontro è stata naturalmente la sostenibilità nel mondo del pallone. Infatti, come si evince anche dal documento dell’evento, una partita di calcio può avere un forte impatto ambientale (clicca qui per il documento integrale).

Il progetto prevede delle azioni principali per la sostenibilità nel calcio: la Governance Ambientale (tutte le azioni che una società intraprende al fine di arrivare all’obiettivo della sostenibilità), Gestione di Stadi ed Infrastrutture (che devono essere progettati in modo da rispondere a tutte le necessità dell’evento, costruiti con materiale sostenibile e efficienti dal punto di vista dei consumi energetici), gestione degli eventi in modo tale da prevenire e ridurre gli sprechi ed inoltre stimolando il pubblico ad avere un comportamento rispettoso verso l’ambiente, Stakeholders engagement e partnership (le società devono ampliare gli ambiti di collaborazione con i propri partner commerciali al tema della sostenibilità ambientale) ed inoltre la carta prevede l’utilizzo della popolarità del calcio per sensibilizzare i tifosi tentando di promuovere un coinvolgimento di questi in iniziative di natura ambientalistica.

Strutture “green” in vista

Proprio in tale ottica il club di Danilo Iervolino immagina di strutturare il nascituro centro sportivo in maniera “green”, con pannelli fotovoltaici per l’efficientamento ed autonomia energetica e non solo. Nei giorni scorsi c’è stato un primo confronto tra Maurizio Milan, amministratore delegato del club, e Franco Alfieri, presidente della Provincia che è ente proprietario del terreno di 20 ettari in area Fuorni nord individuato dalla società. La Salernitana vuol vederci chiaro dal punto di vista amministrativo, visto che pende sull’area un contenzioso tra Provincia e i proprietari del suolo espropriato al tempo dell’idea di costruirci sopra il termovalorizzatore, poi tramontata. Si vedrà. Frattanto anche nelle idee di ristrutturazione dello stadio Arechi (ancora tutto fermo dall’Arus per l’assegnazione della gara di progettazione scaduta a dicembre, nda), vi sono delle sezioni dedicate alla sostenibilità: si immaginano pannelli per sfruttare l’energia solare da installare sopra le coperture dei quattro settori in modo da sostenere il fabbisogno energetico dell’impianto ma cedere anche ulteriori quote di energia elettrica alla collettività, ad esempio mediante colonnine di ricarica di auto elettriche nei parcheggi. Si ipotizza anche un sistema di raccolta dell’acqua piovana da riutilizzare negli scarichi dei wc.