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Candreva, 37 anni e non sentirli: lo stakanovista granata nell’annata più buia alla ricerca di un regalo di compleanno

“E ricordati che il meglio deve ancora venire”. Glielo ha detto, anzi scritto Allegra Luna, la moglie. Antonio Candreva ha spento oggi 37 candeline. L’ultima sua immagine è il primo piano di Dazn durante la contestazione pacifica dei tifosi post Salernitana-Monza, tra cori e fischi. Da capitano, ha provato a trascinare tutti (o quelli che erano rimasti in campo e nei pressi degli spogliatoi) di nuovo sotto la curva per prendersi le conseguenze dell’ennesimo ko, in termini di manifestazioni di dissenso sacrosante.

Mast’Antonio è lo stakanovista granata: con i suoi 2048 minuti giocati in Serie A in questa stagione è il calciatore della Salernitana che è rimasto per più tempo in campo. Non solo, è ancora il giocatore più determinante: 5 gol (è il capocannoniere interno) e altrettanti assist. Con i dieci zampini decisivi nei gol è il più anziano ad aver fatto così bene nelle top 5 leghe europee. A dodici partite dalla fine, non vuole arrendersi e Liverani dovrà trovargli la miglior posizione nel… miglior vestito per questa squadra. Che, a partire da Udine e forse già in ritardo, potrebbe non essere più il 3-4-2-1. Negli ultimi giorni l’allenatore, favorito anche da qualche recupero importante in difesa come quelli di Fazio e Pirola, è parso intenzionato a virare sul 4-3-1-2. Candreva potrebbe agire da trequartista, un po’ come regista avanzato, a patto che resti tale e non sia costretto a retrocedere addirittura più basso rispetto ai centrocampisti per prendersi palloni giocabili direttamente dai difensori, come ha fatto per larghi tratti durante l’ultima sfida contro i brianzoli.

Sabato tornerà nello stadio in cui fece il suo esordio in massima serie: era il 27 gennaio 2008 ed indossava proprio la casacca dell’Udinese. Entrò nel finale al posto di Fabio Quagliarella. L’allenatore era Pasquale Marino. Candreva aveva già fatto bene negli anni precedenti con la maglia della Ternana ma in Friuli non riuscì ad esplodere. Lo fece l’anno successivo a Livorno e dunque avrà lecitamente qualche sassolino da togliersi dalle scarpe. Ai bianconeri ha segnato 6 gol, di cui solo due a domicilio. Ma quando ha timbrato il cartellino lì, la sua squadra (in entrambi i casi la Lazio) ha sempre vinto. Antonio, fatti un regalo!

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