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Calcio in attesa, screening sanitari possono costare 60mila € alla Salernitana. Malagò (Coni) scettico su ripresa

C’è ancora da attendere per conoscere se e quando almeno gli allenamenti delle squadre di calcio potranno riprendere, ovviamente in modo graduale e rispettando i protocolli stilati dagli enti di controllo, magari iniziando individualmente per gli sport di squadra. Dopo l’incontro tra il mondo del calcio e il Governo, lunedì toccherà al Coni consegnare al ministro dello sport, Vincenzo Spadafora, una certificazione validata dal Politecnico di Torino dei coefficienti di rischio delle attività sportive relativo a tutte le discipline, calcio compreso. Con quel documento in mano, Spadafora si confronterà col ministro della salute, Speranza, per poi emettere un provvedimento che possa disciplinare eventualmente la ripresa delle attività. Martedì inoltre è in programma una riunione della Giunta Nazionale del Coni che poi mercoledì incontrerà in videoconferenza tutte le federazioni. La Figc è tra le poche ad avere ancora tutto in sospeso e a voler provare a portare a termine i campionati.

Il numero uno del Coni, Giovanni Malagò, ha sottolineato il problema tamponi. Il costo dei controlli sanitari per ogni calciatore, seguendo il protocollo stilato dalla Figc (clicca qui per leggere) sarebbe di circa 1500 euro a testa. Stesso discorso per i componenti dello staff a avario titolo che dovrebbero stare a contatto con i giocatori. Per la Salernitana, ipotizzando di sottoporre ai vari screening circa 40 persone, il costo totale si aggirerebbe intorno ai 60mila euro. C’è chi in questo momento può permetterselo ma non tutti in Serie B e soprattutto in C possono provvedere. “Oggi palesemente c’è un problema nel Paese di tamponi. Se, quando si ricomincia ad allenarsi, escono tutti questi tamponi e le società di calcio, visto che si mettono disposizione, li vogliono regalare alla collettività, ne prendo atto e sarebbe una bellissima cosa. Ma deve succedere che c’è talmente un esubero di tamponi che li regalano”, ha detto Malagò, non senza polemiche, a TgCom. Il presidente del Coni continua ad essere piuttosto cauto a proposito di una ripresa dell’attività calcistica: “Quando l’Oms ha detto che c’era un problema serio nel fare le Olimpiadi, a rischio e pericolo, si è presa una decisione sofferta. Il problema oggi è logistico prima di tutto. Non è un problema organizzare un allenamento di una squadra con prescrizioni, protocolli, ma la squadra poi si deve spostare per giocare le partite e poi deve tornare a casa. Non so che succederà, se al 4 maggio si potranno fare degli spostamenti e se saranno solo all’interno della propria Regione e non so quanto durerà. Il calcio ha fatto un protocollo per conto suo, magari lo ha fatto meglio, ma lo ha fatto in modo diverso. Ha interpellato un suo medico, che non è più un medico sportivo, ha interpellato dei suoi tecnici. A questo punto sta giocando una partita per conto suo, è legittimo, è in piena autonomia, ma è normale che io lo debba evidenziare. Noi manderemo il nostro protocollo al Governo che ha già ricevuto quello del calcio e farà le sue valutazioni. Non ho mai pensato che il calcio non debba ripartire, tutt’altro. Ma se si riprende il campionato e poi c’è un problema e non lo si completa, non c’è certezza e c’è il rischio di compromettere non solo la stagione corrente ma anche la successiva”.

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