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Bernardini: “La Salernitana deve trasformare la tensione in rabbia. L’impresa non è impossibile”

Intervenuto ai microfoni di Lira Tv, anche Alessandro Bernardini, ex difensore granata, ha parlato della prossima gara di ritorno del playout tra Salernitana e Sampdoria. Il classe 1987, che ha indossato la casacca della Bersagliera dal 2015 al 2019, ha spiegato quanta tensione c’è in sfide del genere, ricordando anche la doppia sfida salvezza del 2019.

“Nel 2019 la situazione diversa, non c’è stato il caos che c’è stato adesso. Quando ti trovi in quelle situazioni diventa tutto molto più complesso. C’è un clima di tensione difficile da gestire. Questi ragazzi non sono abituati a questo tipo di partite da andata e ritorno. Sono partite da preparare in modo totalmente diverso da come prepari quelle in campionato. Questi due match sono strani, devi gestire, sai che puoi andare sotto ma non devi crollare. C’è una tensione incredibile – ha detto l’originario di Domodossola -. La tensione è alta in questa condizione di risultato. Devi ribaltare uno svantaggio, non è semplice. Vuol dire partire forte, cercando di andare subito avanti di un gol. È l’unico modo che hai per tirare dietro l’Arechi e cercare la rimonta. La tensione non è uguale per tutti, la retrocessione è una macchia sulla carriera di chiunque. Bisogna trasformarla in rabbia sin dai primi minuti, senza pensare a cosa potrebbe succedere in caso di retrocessione“.

Su come la Salernitana dovrà provare a gestire la gara Bernardini ha detto: “La cosa più importante nei playout è non subire gol. Nella gara d’andata la Sampdoria ha avuto diverse occasioni. Quelle che si sono concretizzate sono su palla inattiva. Il ritorno sarà diverso, la Salernitana deve essere più coraggiosa, inevitabilmente devi aprirti quindi i difensori devono accettare l’ipotesi di molti uno contro uno. Sicuramente Marino avrà valutato questa cosa. Non puoi pensare di chiuderti. La partita è lunga, bisogna giocare con il cervello, soprattutto nel primo tempo. Due gol sono tanti, ma dal momento che ne fai uno crollano le certezze degli avversari. Se dovessi riuscire a passare in vantaggio hai molte più possibilità di fare un altro gol rispetto a quante ne avevi all’inizio. La frenesia va evitata, il gol va costruito. Prendere gol per colpa della troppa frenesia sarebbe un suicidio. La squadra deve stare calma e cercare di costruire il vantaggio. C’è una montagna da scalare ma non è impossibile“.

L’ex difensore ha poi continuato commentando la gara d’andata del reparto di difesa: “I due gol presi all’andata sono frutto di palle inattive. Le palle inattive sono da sempre traditrici. Ma al di là dei gol subiti io ho visto tante occasioni per la Sampdoria su imbucata centrale. Mi ha spaventato un po’, perché vedevo l’uscita di un centrale e tanto spazio per gli avversari. Si cercava di aggredire in avanti ma non tutti avevano la stessa idea. Si è perso il legame nel reparto difensivo“.

Per concludere Bernardini ha ricordato con molto piacere la sua avventura a Salerno: “Il periodo alla Salernitana è stato la parte migliore della mia carriera. Ricordo benissimo gli anni a Salerno per come mi ha trattato la gente e per quello che provavo allo stadio. Sono momenti che ti porti dietro tutta la vita. Salerno è stata un’esperienza unica che sono contento di aver vissuto“.

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