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Battara elogia i fratelli Donnarumma: “Gianluigi e Antonio, il DNA non mente. Salerno e Caserta vivono di calcio”

Chi vedrà la partita di domenica pensando al passato sarà sicuramente Massimo Battara. Il doppio ex di Salernitana e Casertana ha vissuto il periodo d’oro di ambo le compagni negli anni ’80, dal 1986 al 1989 ha collezionato 85 presenze con la maglia dei Falchetti mentre dal 1989 al 1991 ha indossato la maglia granata in 72 occasioni conquistando una promozione in Serie B e vivendo il dramma della retrocessione in terza serie: “Purtroppo i ricordi sono di molto tempo fa. Il calcio era romantico, giocare in Serie C o in Serie B era veramente bello. Essere protagonisti era fantastico, c’erano meno mezzi e meno tecnologica con un fai da te anche nella preparazione. Ci si documentava anche personalmente sui calciatori con poche immagini da poter esaminare. Parliamo di un calcio molto più polveroso, ma aveva un sapore particolare”.

L’estremo difensore ha raccontato della sua esperienza in Campania e della forza dell’ippocampo: “Una grande cosa che non ho visto poi lavorando anche in grandi club è che a Salerno c’era una grande coesione e spirito di gruppo. In questo modo nascono i meccanismi speciali e il collante che porta a superare tutte le difficoltà, anche i momenti critici. L’unione del gruppo è quella che permette di arrivare ad un’impresa sportiva”.

Il classe 1963 ha parlato del suo rapporto attuale con i colori granata ed anche dello scorso anno: “Non sto ancora seguendo la Salernitana, questa è una mia pecca. Dopo l’esonero in Arabia Saudita non volevo nemmeno guardare lo spareggio contro la Sampdoria. Mi sono chiesto come è possibile che due squadre come Salernitana e Sampdoria si sono ridotte a giocarsi la vita con tante occasioni nelle gare precedenti”.

Battara non è stato solamente portiere, ma negli anni successivi è stato preparatore dei portieri in club facoltosi come Inter e Manchester City ed anche in Nazionale facendo parte dello staff di Roberto Mancini. Preparatore degli estremi difensori azzurri dal 2018 al 2023 (nello staff nella vittoria dell’Europeo nel 2021), Battara ha allenato Gianluigi Donnarumma, il fratello del portiere della Salernitana Antonio: “Il DNA della famiglia non mente. Anche io sono figlio d’arte, il nome di qualcuno che ha fatto in famiglia più di te devi confermarlo e devi anche sopportarlo. Tante volte essere figlio o fratello di è molto più faticoso. Io ho seguito Antonio e Gianluigi, il responso è quello del campo: il tribunale delle sentenze, vedo una coppia molto positiva. E’ molto apprezzabile che Antonio abbia conquistato questi risultati”.

Battara ha dimostrato vivo rammarico per la presenza dei granata e dei rossoblù in terza serie: “Io parlo sia per Salerno che per Caserta. Sono due piazze che vivono di calcio, il gioco del pallone dal punto di vista locale è una grande forza con molto movimento. E’ un peccato che non siano in categorie superiori, ma naturalmente tutti conoscono le difficoltà nel supportare economicamente le squadre di calcio. Sono due piazze speciali per la passione, dal punto di vista del sentire la partita creano un grande stimolo ai giocatori. Per fortuna la Campania offre tanti derby e tante situazioni speciali, per me è un campionato molto formativo: chi gioca in queste squadre riesce a crescere in modo più veloce grazie allo stimolo del dover far bene per forza”.

Unica nota dolente della sfida di domenica, l’assenza dei tifosi ospiti: “Un vero peccato. Riprendendo la tragedia di Rieti, questo ci fa capire quanto sia stupido andare a rovinare vite per un campanilismo sbagliato. Lo sport è bello con gli sfottò, con il prendersi in giro, penso che sia un peccato ricorrere alla violenza e alla vendetta. Un campanilismo non sano rovina lo spettacolo, quando invece il succo della rivalità è negli sfottò. Creare problemi per qualcosa di sbagliato, non mi piace molto”.

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