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Aya, sfida da ex: “L’esordio tra i pro e il primo amore”. Ma anche qualche veleno…

Era in campo nell’ultimo Reggiana-Salernitana, ma non vestiva il granata campano, bensì quello emiliano. “È passato un po’ di tempo, ma ricordo il settore ospiti pieno e una Salernitana con problemi societari che vinse sugli effetti di una punizione laterale”, ricorda Ramzi Aya a Il Mattino. Il difensore venerdì tornerà nello stadio dove è stato di casa dal 2010 al 2014. Reggio Emilia è stata la prima tappa della crescita del calciatore dopo le giovanili con la Fiorentina e l’inizio di quella scalata che lo avrebbe portato, nove anni dopo, a giocare in B. Con la Regia Aya ha disputato tre campionati e mezzo di Lega Pro Prima Divisione, con una salvezza ai play out (contro il Cuneo) nell’annata 2012/13. Nella stagione 2010/11 ha sfidato due volte la Salernitana, 1-1 all’Arechi (reti di Montalto e Maschio) e 0-1 al Giglio, con il gol decisivo di Altobello che mandò i granata di Breda ai playoff e tagliò le gambe a quelli guidati da Mangone.

Ramzi Aya giovanissimo con la maglia della Reggiana (Zimbio.com)

Per me è stata una tappa importante, la prima tra i grandi – spiega il difensore – Sono un passionale, tendo a legarmi alle maglie che indosso. Tuttavia non mi sono lasciato benissimo col mio vecchio presidente, era un po’ particolare e nella mia ultima stagione trascorsi sei mesi fuori rosa. Però oggi ho un buon rapporto con ex allenatori e compagni, affioreranno tanti ricordi. Ma il più bello non è calcistico: a Reggio Emilia ho conosciuto la mia attuale moglie, Francesca. Iniziammo a convivere lì. A gennaio del 2014 il centrale italo tunisino si trasferì al Rimini, “la fine di un incubo”, come la definì lui stesso in un’intervista alla Gazzetta di Reggio, dopo aver trascorso sei mesi da separato in casa per alcune divergenze con l’allora patron della Reggiana Alessandro Barilli. “È stato un periodo difficilissimo della mia carriera. È dura rimanere a guardare i compagni, allenarsi ma non far parte del gruppo e senza una spiegazione. Lo scorso anno Barilli mi disse che ero uno dei migliori, poi prima del ritiro non facevo più parte del progetto”, dichiarò Aya. Il motivo di queste divergenze? Il mancato rientro del centrale alla Fiorentina e un conseguente mancato introito per la società emiliana (150mila euro). L’ex Catania ora pensa solo alla Salernitana e venerdì metterà da parte i sentimenti: Le partite si stanno riducendo ed entrambe le squadre daranno il massimo: c’è bisogno di punti per i rispettivi obiettivi. Per noi sarà una partita difficile come tutte le altre, in un campionato pieno di insidie. Noi ci mettiamo umiltà e spirito di sacrificio sempre, con la voglia di portare a casa punti. C’è un ciclo importante ed impegnativo, ma vale per tutti. Bisogna ragionare partita per partita. Non guardiamo troppo in là. A fine stagione vedremo”.

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