In attesa di risolvere l’intricata questione societaria, Salerno cerca di pensare comunque alla Serie A che verrà. Dalle fantasie di un mercato ancora inevitabilmente fermo, a quelle di calcio giocato, fino al sogno di tornare presto sui gradoni. Quel che più è mancato nell’ultimo anno e mezzo agli appassionati granata. Abbiamo conversato con l’assessore alle politiche giovanili e all’innovazione al Comune di Salerno, Mariarita Giordano, per fare il punto su giovani tifosi e Salernitana, partendo da un assunto: l’Arechi sarà presto adeguato alla nuova categoria (con una soluzione tampone sui fari) ma sarà importante affollarlo con veri valori. Passione sì, come sempre è stato, nel rispetto però delle regole e perché no, con l’obiettivo di porsi come esempio positivo di tifo, tornando ai fasti spettacolari degli anni novanta in termini di scenografie, senza l’accompagnamento di notizie di cronaca che nulla dovrebbero avere a che vedere con lo sport:la Serie A è cassa di risonanza ancor più grande, basta uno scivolone isolato per vedersi puntati occhi, indici, telecamere addosso.
Nei giorni scorsi ai nostri taccuini il giornalista Enzo Casciello ha lanciato una proposta: creare un movimento d’opinione volto a sensibilizzare Salerno sul tema del fair play in campo e soprattutto sugli spalti (clicca qui per leggere). Un proposito da sposare. La Serie A deve essere assolutamente un veicolo per far parlare in modo lusinghiero della nostra città a livello nazionale, cancellando qualche “scoria” del passato. “Credo che il nostro tifo ed i nostri tifosi appartengano a ciò che di sano c’è nel calcio. Purtroppo le pecore nere ed i cosiddetti “infiltrati” li troviamo ovunque e l’unico messaggio da veicolare a giovani e non è quello di isolare eventuali teste calde che fanno male allo sport ed alla comunità. – dice l’assessore – Salerno è una città civile. I cittadini salernitani e, nel caso specifico, i tifosi possono sicuramente prendere parte a qualche sfottò che è sintomatico negli stadi e caratteristica degli spalti ma questo sarà e null’altro. Salerno è più che pronta per imporsi all’attenzione nazionale come esempio di civiltà: dimostriamolo”.
La tifoseria della Salernitana come traino per le gemellate e poi per tante altre: sarebbe straordinario essere un punto di riferimento per correttezza, ospitalità, veri valori dello sport. Tutto ciò è parte della Salerno corretta, che ha spesso fatto vedere con i fatti di che pasta è fatta. Però poi la città ha spesso dovuto fare i conti con ripetuti piccoli episodi che hanno visto coinvolte minoranze di sciocchi riconducibili a Salerno e alla sua tifoseria. Un esempio recentissimo è quello che ha visto coinvolta la figlia dell’allenatore Grassadonia. “Estirpare l’erba cattiva è una impresa ardua. Personalmente in questi cinque anni di scuole ne ho girate tante. I nostri ragazzi sono ragazzi eccezionali. Educati e con tante possibilità. Di certo non ho riscontrato in loro la voglia di perdere tempo con questi atteggiamenti da delinquentello dell’ultim’ora. Confido invece nella loro maturità di arginare questi soggetti e ciò che dico ha già trovato riscontro in tantissimi messaggi di giovanissimi che si dissociavano da questi atti di bullismo ed esprimevano solidarietà alla figlia di Gianluca Grassadonia. Ecco, io preferirei parlare di questo tipo di ragazzi che è la stragrande maggioranza”, afferma ancora Mariarita Giordano. L’impegno del Comune di Salerno sarà certamente rinnovato in tal senso. Quanto a civiltà, non violenza e ospitalità: un banco di prova importante sarà il derby col Napoli: rinnovo delle cariche permettendo, è possibile immaginare anche una sinergia col Comune di Napoli, creando iniziative preparatorie soprattutto per unire le nuove leve del tifo sotto i veri valori dello sport. “Perché no”, annuisce l’assessore. È proprio dalle nuove leve del tifo, dai più giovani che bisogna partire per dare l’esempio ai più grandi, alle volte. Ma come (e se) è cambiato il giovane al seguito della Salernitana rispetto all’esperienza della Serie A 1998/99? “Il giovane tifoso della Salernitana probabilmente non è cambiato. Perché la passione per questa squadra si eredita. Semplicemente l’assenza dalla serie A avrà fatto simpatizzare in quella serie per qualche squadra con palmares copiosi. Ma la vera emozione è per la tua città e per la squadra della tua città e molti ragazzi hanno provato questa gioia per la prima volta il 10 maggio 2021. E credo che ora sarà davvero indelebile quel cavalluccio granata nelle loro vite“, la risposta. Alla promozione ci credeva anche lei. “In verità, sì. Ma nemmeno all’ultima partita ho fatto trapelare il mio ottimismo; ho vissuto questo campionato da tifosa come ogni anno. All’inizio con tante aspettative e speranze. Ce l’avevo un po’ con i “pessimisti”, quelli che appena va qualcosa storto buttano giù dal Taigeto il proprio figlio. Ma poi ci ho creduto. Da Chiavari in poi un crescendo di emozioni ed a tratti una segreta certezza. E infine la gioia è esplosa lasciando scorrere lacrime e ricordi”. Ed ora… la tanto auspicata riapertura degli stadi: “Sia il presidente federale Gravina che il sottosegretario Costa sono fiduciosi per un inizio stagione in presenza, magari non con capienze complete. Aspettiamo, ma intanto credo sia molto incoraggiante e a presenza dei 19mila spettatori all’Olimpico per gli Europei. Tutto ciò fa ben sperare: incrociamo le dita e buona Serie A!”.
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