Allenamenti, club e Aic chiedono di applicare DPCM atleti individuali anche a sport di squadra

Nei prossimi giorni il Governo potrebbe ascoltare le richieste di Assocalciatori e delle stesse società e decidere di applicare – anche se in maniera parziale – il prossimo DPCM anche agli atleti professionisti degli sport di squadra, per quanto riguarda gli allenamenti a partire dal 4 maggio, anche se con modalità… individuali.

“Quel dpcm è illogico: un giocatore di sport individuale si può allenare nei centri sportivi, quelli che praticano sport di squadra non si potranno allenare. Troveremo Immobile e Dzeko a Villa Borghese o Insigne sul lungomare Caracciolo”, ha tuonato ieri Claudio Lotito al Tg2. Concetto ribadito con forza anche da Damiano Tommasi, presidente dell’Assocalciatori che già ieri sera aveva diramato una nota (clicca qui per leggere) e che oggi è intervenuto sulle frequenze di Radio24:“Al ministro Spadafora abbiamo chiesto che si possa valutare se ci sia la possibilità, anche per gli sport di squadra, di allenarsi individualmente. Il che non vuol dire tornare a fare allenamento da calciatore. Abbiamo chiesto di applicare i protocolli per gli sport individuali anche al calcio”.

Insomma, i club chiedono di poter aprire i centri sportivi e lasciare che i calciatori possano recarvisi per effettuare lì almeno il lavoro aerobico sulle distanze cosa impossibile a casa. Come impossibile, per strada o nei parchi, sarebbe trovare terreni adatti a quelli del calcio come fondi in erba naturale. Il problema è che dovrebbe essere validato un protocollo da rispettare, che non c’è ancora. O meglio, quello che la Figc aveva elaborato è stato rigettato dal Governo, che ora attende di rivederlo con gli interessati. Alcune società di massima serie hanno scritto direttamente al premier Conte e contano di sensibilizzarlo alla tematica. La cosa non sembra impossibile. In chiave Salernitana, il club anche dal 4 maggio – previo ok del Governo ovviamente – sarebbe pronto ad aprire il Mary Rosy e a sfruttare i suoi tre campi, per poter dare la possibilità ai calciatori di Ventura, guidati dai preparatori atletici, di svolgere allenamenti più idonei allo status di calciatori. Nello stesso tempo, sarebbe rispettato il distanziamento richiesto, dividendo i partecipanti in turni e chiudendo gli spogliatoi (docce post lavoro nelle rispettive case).