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All’Arechi incontro Caramanno-Nastri (resp. business Lazio): proroga convenzione a dicembre, idea tabelloni nei distinti

Come per i contratti dei calciatori, anche la convenzione d’uso dello Stadio Arechi necessita di una proroga. Ieri all’impianto di Via Allende sono arrivati degli emissari di Lotito per discutere con l’assessore allo sport Angelo Caramanno: dalla Roma biancoceleste è giunta Anna Maria Nastri (nella foto in alto l’incontro), responsabile business e sviluppo della Lazio (già all’Arechi il 22 febbraio per presentare l’iniziativa benefica in favore dell’associazione di clownterapia Wonder Tortilla). Il 30 giugno scade l’accordo tra Comune e Salernitana: già nel mese di febbraio, prima del lockdown, l’assessore aveva incontrato il segretario granata Dibrogni per trattare il rinnovo. Poi, naturalmente, tutto si è fermato anche per via del Decreto Rilancio di Conte che ha sospeso tutti i canoni di locazione e i diritti di superficie per gli impianti sportivi.

All’Arechi il sopralluogo e poi la stretta di mano. Per il momento nulla di ufficiale, ma almeno sulla carta qualcosa di interlocutorio. La convenzione durerà fino a dicembre, poi per i cinque anni successivi bisognerà trattare però si dovrà prima conoscere l’evoluzione del calcio e del Covid per poter avere più chiaro il quadro della situazione. Al momento dello stop la Salernitana pagava una corresponsione del 5.5% di incassi più imposte pubblicitarie. In più, la manutenzione del manto erboso spettava alla società granata. Senza pubblico andava naturalmente ridiscusso l’accordo per queste sei (e si spera qualcuna in più) partite da giocare all’Arechi.

L’idea è quella di adibire il settore distinti a uso pubblicitario e predisporre quattro mega spazi per sponsor da vendere che ricoprirebbero tutto il settore dello stadio, la presenza della Nastri decisiva in tal senso. Spettanze al ribasso. A dicembre poi verrà organizzato il nuovo piano. Chiaramente la presenza dei maxi tabelloni pubblicitari consentirebbe da un lato alla Salernitana di poter introitare qualcosa che vada a sostituire i mancati incassi dai botteghini, vendendo gli spazi ad investitori pubblicitari, mentre il Comune potrebbe trovare un incremento delle imposte pubblicitarie che vada a sopperire l’assenza del famoso 5,5% di incassi.

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