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“A maggio scoppierà”: il malinconico anniversario della promozione in A

Pescara è nel destino della Salernitana: tre anni fa esatti i granata sbancavano l’Adriatico e conquistavano una promozione in Serie A che all’inizio della stagione era totalmente insperata. Oggi, invece, devono “inseguire” il Delfino del 2017, capace di battere il record negativo di punti in massima divisione a 20 squadre con la retrocessione all’ultimo posto con 18 miseri punti. La Salernitana ne ha 15 e deve vedersela con Juventus, Verona e Atalanta auspicando di fare 4 punti in tre partite. Difficilissimo, considerando il valore delle avversarie e il morale sotto i tacchi dei granata.

L’unico superstite in campo di quella promozione ottenuta in Abruzzo è Norbert Gyomber. Ha ancora un anno di contratto e ne ha viste di ogni. Quell’anno partì in ritiro a Sarnano senza tifosi, con la piazza in contestazione dopo l’esclusione dalla griglia playoff del torneo precedente e le scelte giudicate da qualche sedicente esperto dal palato fino non idonee dal punto di vista tecnico o dell’immagine. La società all’epoca guidata da Lotito e Mezzaroma e con la direzione generale di Fabiani, si affidò a molti elementi retrocessi l’anno prima, compreso l’allenatore, quel Fabrizio Castori che fu capace invece di costruire una macchina perfetta dentro e fuori dal campo con fame, voglia, corsa, unità di intenti.

La Bersagliera stazionò tra il primo e il secondo posto fino alla diciassettesima giornata. A dicembre arrivò un calo: le tre sconfitte consecutive contro Monza, Pordenone ed Empoli, subendo dieci gol in tutto senza realizzarne, fecero cadere nello sconforto un po’ tutti e gridare di nuovo alla teoria del galleggiamento. La Salernitana, però, non mollò e restò attaccata al treno. Con ben sette vittorie nelle ultime dieci partite completò una rincorsa incredibile anche se senza l’ausilio dei tifosi, a causa degli stadi chiusi al pubblico per via del Covid. La gente soffriva in casa, per le strade, sui social. Spopolava il “vichingo” con il suo “zitt” tra meme e messaggi che facevano il giro delle chat granata.

Tre anni fa si scendeva in campo con la possibilità di completare l’impresa. Quattro partite in dieci giorni costituirono un rush finale anche faticoso, con i primi caldi. Il ko interno contro il Monza di Balotelli tenne i granata al terzo posto a quota 60, con i brianzoli a -2 e il Lecce secondo a +1. La vittoria di Lignano Sabbiadoro col Pordenone arrivata grazie a Gondo e alla freddezza di Tutino al 96′ dal dischetto, fu quella decisiva che fece piazzare i Castori Boys al secondo posto senza più lasciarlo. Il successo sull’Empoli – già promosso – alla penultima giornata fu preparatorio all’ultimo step: vincere a Pescara per far diventare il sogno realtà. E così fu, 0-3. “A maggio scoppierà”, era l’auspicio. È successo, tre anni fa. Ora è scoppiato un altro sentimento gettando alle ortiche quanto costruito da un gruppo straordinario che fu capace di andare oltre i propri limiti, oltre la malasorte (tra infortuni più o meno seri e la grande paura per Dziczek), dimostrando di avere a che fare con uomini veri. Arrivò il trust, altra sofferenza, la rinascita con Iervolino che finora aveva conosciuto solo momenti felici. Ora, l’onta della retrocessione. Risalire la china si può, si deve.

Il tabellino di quello storico Pescara-Salernitana:

PESCARA (3-5-2): Fiorillo; Volta (74′ Nzita), Guth, Sorensen; Capone (82′ Riccardi), Omeonga, Valdifiori (75′ Tabanelli), Machin, Masciangelo; Ceter, Odgaard. A disp: Alastra, Radaelli, Bellanova, Busellato, Giannetti, Vokic, Galano, Chiarella, Longobardi, D’Aloia. All: Grassadonia.

SALERNITANA (3-5-2): Belec; Bogdan (73′ Aya), Gyombér, Mantovani; Casasola (79′ Kupisz), Capezzi (63′ Schiavone), Di Tacchio, Kiyine (45′ Anderson), Jaroszynski; Tutino, Gondo (45′ Djuric). A disp: Adamonis, Durmisi, Veseli, Sy, Boultam, Cicerelli, Kristoffersen. All: Castori.

ARBITRO: Prontera di Bologna (Massara-Trincheri). IV Uomo: Meraviglia di Pistoia

NOTE: Marcatori: 67′ rig. Anderson, 72′ Casasola, 81′ Tutino. Angoli: 1-5/Ammoniti: Capone, Valdifiori, Guth, Odgaard (P)

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