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Rolando Bianchi a R.Alfa: “Rosina è uno dei più forti in questa B, il Brescia non è solo Donnarumma. Tra Cellino e Lotito…”

Fresco di diploma da direttore sportivo, Rolando Bianchi nella sua lunga carriera ha avuto modo di avere Stefano Colantuono e Alessandro Rosina nonché come presidenti anche Massimo Cellino e Claudio Lotito, attualmente presidenti di Brescia e Salernitana, squadre che si affronteranno nella serata di lunedì. L’ex attaccante granata, ai microfoni di Radio Alfa, rompe subito il ghiaccio parlando di Stefano Colantuono, tecnico che ha avuto proprio nella sua esperienza alla squadra piemontese: “Il mister è noto per la grande applicazione in fase difensiva e per il fatto che le sue squadre siano molto organizzate. Bel gioco? Non me ne voglia Colantuono – afferma l’ex punta fra le altre di Lazio e Reggina – il suo gioco è più concreto, ma per la Serie B va benissimo. Infatti, la squadra sta ottenendo ottimi risultati e tanti meriti li ha il mister, dato che è una buona squadra, ma sta ottenendo qualcosa in più, a mio avviso, rispetto a quanto preventivato”.

Sul campionato di Serie B, Rolando Bianchi è abbastanza sicuro: “Le regole per far bene in serie cadetta sono tre: tanta corsa, portiere e difesa che subiscono poco e l’attaccante che fa tanti goal. Questa è la ricetta per fare bene in questo campionato. La Salernitana ha tutte le componenti per fare i play-off. La squadra è solida, ha l’attaccante che fa goal come Bocalon che si è sbloccato. E se continua così toglierà tanti problemi alla Salernitana”.

E a proposito di bomber, anche il Brescia ne ha uno forte come Donnarumma, ex della partita: “E’ un attaccante che stimo e che è in una squadra che mi piace tantissimo. Le rondinelle giocano un buon calcio, Corini è entrato in sintonia della squadra. Meriti anche di Suazo. Evidentemente il suo lavoro estivo sta incominciando a dare i suoi frutti. Li ho visti in grande forma e ben organizzati. Non sarà facile per la Salernitana, ma non lo sarà nemmeno per il Brescia affrontare la Salernitana. Sarà una bella partita secondo me”.

Sulle favorite del torneo, Bianchi afferma con certezza: “La più attrezzata è il Benevento. E’ una Ferrari. Ha una rosa completa per puntare nelle prime posizioni ma è ancora in retromarcia. Ha qualità migliori del Palermo che ha una situazione ambientale non facile, poi vedo bene il Brescia: è una squadra abile, con attaccanti forti. Non c’è solo Donnarumma, ma anche Torregrossa sta dando una grossa mano. E poi, zitto zitto c’è sempre il Cittadella che sta lì: ha Iori come leader, tutto giro intorno a lui, ma riesce sempre a disputare i play-off e prima o poi chissà che non lo vinca il campionato. Magari proprio quest’anno, in un torneo a 19 squadre…”

Su Rosina, calciatore che ben conosce Rolando Bianchi avendolo avuto come compagno di squadra al Torino: “Alessandro lo conosco benissimo. Ha qualità superiori alla norma. La carta d’identità incomincia a sentirsi, ma ha qualità maggiori di almeno il 90% dei calciatori. Mi sembra concentrato, è entrato con la testa giusta, facendo subito goal sabato. E’ un calciatore che può venire fuori in situazioni di stallo, a palle inattive ed è un calciatore determinante per le qualità che possiede. Se può giocare trequartista?  Dipende da come gioca la squadra – afferma Bianchi- Alessandro può giocare tranquillamente in quel ruolo. Magari, io lo vedo molto meglio se giocasse tra i tre d’attacco o da seconda punta. Molto dipende dalla fase difensiva, la squadra è comunque molto solida e può anche permettersi Rosina ed altre due punte. Le scelte, ricordiamolo, le fa sempre l’allenatore”.

Da fresco diplomato come direttore sportivo, Rolando Bianchi prenderebbe subito: “Tonali. Senza alcun dubbio. Sta facendo grandi cose. I giovani bisogna aspettarli e farle crescere con le giuste aspettative senza farli crollare dalla pressione”.

Tra Cellino e Lotito, Bianchi risponde in maniera diplomatica: “Sono due presidenti che a livello aziendale sono dei fenomeni. Poi possono avere dei limiti a livello di rapporti, le loro aziende vanno sempre in utile. Non sono molto amati proprio perché sono talmente vulcanici da risultare antipatici, ma bisogna essere sinceri e dire che hanno fatto la storia del calcio italiano”

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