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Carrus punta su Di Gennaro: “In B fa la differenza. Per giocare a Salerno serve personalità”

Nei momenti di difficoltà è sempre stato Davide Carrus ad accendere la luce. Se la Salernitana nel 2011 è arrivata a un gol dalla Serie B, gran parte del merito va attribuita al regista sardo capace di trascinare la formazione di Breda con punizioni all’incrocio e assist al bacio. Il rigore trasformato in finale playoff col Verona è stato illusorio, poi al triplice fischio le lacrime e l’addio. Ma anche a distanza di anni Carrus è rimasto legato all’Arechi e alla città. L’unico rammarico, non aver ottenuto la promozione in Serie B: “Ho tanti ricordi di Salerno, alcuni brutti e altri belli – ha detto l’ex granata a Radio Alfa – Purtroppo non siamo riusciti a coronare il sogno, unica possibilità per salvare la Salernitana. Ricordo però partite fantastiche come quella di Alessandria. Fu una cavalcata incredibile, da gennaio iniziammo a rimontare in classifica. Quell’anno ci fu grande unione di intenti, poche volte mi è successo in carriera”.

E ne ha vissute tante nel corso degli anni Carrus, calciatore che ha girato tante squadre. Dieci anni fa, l’attuale giocatore del Castiadas (formazione di Serie D in cui milita anche il frutto del settore giovanile granata Proto) era al Bologna e divideva lo spogliatoio con Davide Di Gennaro: “Un ottimo calciatore, in condizioni fisiche ottimali in Serie B fa la differenza. Ci ho giocato tanti anni fa, lui era all’inizio della sua carriera. Giocava sulla trequarti, adesso invece ha abbassato il raggio d’azione. A livello qualitativo è un giocatore indiscutibile. In un centrocampo a tre rende di più, perché il lavoro di interdizione viene fatto dalle due mezze ali e lui ha più libertà di agire e sfruttare le sue caratteristiche. Meglio portarlo più avanti, per avere più libertà di movimento. E poi non è detto che il trequartista non possa scendere a prendere palla tra i difensori”.

Compito di Gregucci trovare al fantasista granata la giusta posizione: “E lo farà. Gregucci è un allenatore molto competente, mi ha insegnato tanto. Mi dispiace averlo avuto a fine carriera alla Casertana, avrei preferito trovarlo qualche anno prima. È una persona eccezionale e posso solo parlarne bene”.

Questa sera i granata si giocano tantissimo nel derby con il Benevento. I tre punti ma non solo, perché c’è un rapporto da ricostruire con la tifoseria: “Salerno è una piazza particolare, un giocatore che va a giocare lì sa benissimo di affacciarsi in una realtà importante dove il pubblico è una componente fondamentale. Bisogna avere la personalità giusta per reggere i momenti difficili e anche il grande entusiasmo. Ripeto, io ho dei ricordi bellissimi anche se l’annata fu disastrosa. Non prendevamo stipendi ma l’esperienza di Salerno la rifarei tutta la vita: mi ha lasciato sensazioni che nessuna piazza mi ha dato, un calore e una vicinanza della gente incredibile”.

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