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Vuletich studia legge e lotta in campo: “Possiamo fare grandi cose, poi farò l’avvocato”

In campo fa a sportellate e mette il fisico su tutto, a casa mette gli occhiali e pensa solo a studiare. È la doppia vita di Agustin Vuletich, centravanti argentino con una passione per gli studi di legge: “In Argentina mi chiamano el doctor perché è strano lì che un calciatore studi, i miei compagni erano sorpresi nel guardarmi studiare dopo gli allenamenti. Per me è normale, studiare è importante e purtroppo nel calcio non si vede ogni giorno nei professionisti”. La sua è una passione inculcata fin da piccolo dalla sua famiglia: “Non è facile studiare così lontano da casa, ma così è la vita. Io voglio fare l’avvocato, quando torno in Argentina farò l’esame perché studiare è importante per me, serve per aprire la mente e i calciatori prima o poi finiscono di giocare. Io voglio essere un grande calciatore ma anche un grande uomo e prima di tutto voglio imparare bene l’italiano”. Lingua, però, di cui ha già una buona padronanza. La sua mente ma anche il suo fisico al servizio della Salernitana. Vuletich oggi ha giocato una buona ora, tanto impegno e sacrificio. Gli è mancato solo il gol, ma arriverà: “Sono felice di aver giocato la mia prima partita all’Arechi in B, è la mia seconda gara qui ma non è lo stesso della sfida di Coppa. L’ambiente e i tifosi hanno fatto tutto quello che vogliono i calciatori, non posso dire nulla hanno fatto di tutto. Sembrava di stare in Argentina dove ogni partita è vista da tantissimi tifosi sempre caldi. Noi abbiamo preparato bene la gara, il Palermo ha una squadra forte e il loro obiettivo è la A. Noi però abbiamo i giocatori per fare una bella stagione”.

In attacco oggi con lui c’era Djuric, due calciatori apparentemente simili ma che possono coesistere: “Non ho problema a giocare con un attaccante come Djuric che gioca più dentro l’area, posso fare tutti i movimenti che fa una seconda punta. Non è un problema neanche giocare con Jallow che gioca più sulla fascia, posso svolgere anche lavoro del centravanti. Per me è lo stesso e voglio sempre essere al meglio per la squadra e per la società. Faccio quello che il mister mi chiede. Le difficoltà del primo tempo? Non lo so, abbiamo lasciato giocare troppo il Palermo forse, abbiamo rincorso il pallone ma credo fosse un lavoro necessario. Qui all’Arechi dobbiamo puntare a vincere sempre, non possiamo perdere punti ma per essere la prima contro un avversario forte credo che il pareggio non sia male”. Inevitabile la domanda sugli obiettivi stagionali: “Ne abbiamo parlato ma resta nello spogliatoio, tutti sanno che la Salernitana ha fatto una squadra con calciatori importanti per fare una stagione migliore di quella scorsa. Col centenario sarà un’opportunità per fare cose belle ma noi dobbiamo pensare partita dopo partita. Ho fatto amicizia con Tiago Casasola ma è normale, siamo argentini, abbiamo studiato nella stessa scuola. Con gli altri compagni mi sono inserito bene, mi hanno accolto alla grande e non era facile”.

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