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Ventura torna da ex al Bentegodi: voglia matta di rivincita dopo i veleni del 2018

“Non tollero menzogne. Mi sono dimesso dal Chievo non per i risultati, visto che sarei andato via anche in caso di vittoria col Bologna, ma perché io e la società volevamo raggiungere la salvezza attraverso due strade diverse. Così Gian Piero Ventura motivò ai taccuini dell’Ansa la sua scelta di lasciare la guida tecnica dei gialloblu nel novembre 2018, dopo poco più di un mese dal suo arrivo sulla panchina veneta per provare a salvare la compagine all’epoca ultima in massima serie. Lunedì la ritroverà da ex in un ambiente che si preannuncia gelido nei suoi confronti. Finì malissimo e qualche giocatore non gliele mandò a dire. “Non c’è mai fine al peggio le dimissioni di un mister che dal primo momento che è arrivato se ne voleva già andare. Pazzesco, in 22 stagioni da professionista pensavo di aver visto tutto ma sono costretto ad ammettere che c’è sempre qualcosa di nuovo. Chi ama questa squadra non la può abbandonare solamente perché le cose vanno male, non è così che si fa, non fate come Ventura, si vince e si perde insieme come deve essere in una squadra”, tuonò Sergio Pellissier su Instagram All’epoca era il capitano, oggi è dirigente dei clivensi.

Ulteriori veleni, accuse ed indiscrezioni incontrollate su veri o presunti litigi vennero fuori per una clamorosa scelta di addio – peraltro dopo un pareggio, l’unico punto in quattro partite – che Ventura fece. Veniva dalla delusione della Nazionale, sembrava poter essere la mazzata definitiva a una carriera comunque lunga e piena di successi. Così non è stato, perchè Salerno sta rappresentando una vera e meritata rinascita per l’allenatore ligure. Come alla Salernitana, anche al Chievo era approdato “perchè il presidente è un amico e il momento di difficoltà della squadra coincideva con la mia grande voglia di riprendere ad allenare. Lotito come Campedelli, o forse no. Fatto sta che lunedì sera Gian Piero Ventura tornerà a far visita al Chievo un anno e mezzo dopo la sua avventura che si chiuse non senza ombre e prematuramente: “Ho rinunciato a due anni di contratto consensualmente, benché volessimo raggiungere lo stesso obiettivo, cioè la salvezza, io e la società volevamo perseguirla attraverso strade diverse. A quel punto, né io potevo pretendere che loro sposassero le mie idee, né loro potevano pensare che io condividessi il loro percorso”. Un way of life che l’ex CT ha portato anche a Salerno, dalla voglia di riprendere ad allenare, all’amicizia col presidente, fino alle rinunce economiche (“Sono venuto quasi gratis”, ha più volte sottolineato dal primo momento, nda).

Voglia di rivalsa per Ventura, insomma. Che lo si dica “sottovoce”, però. L’accoglienza non sarà di quelle euforiche per l’allenatore, che all’andata raggranellò un pareggio grazie a quel Sofian Kiyine che proprio a Verona aveva avuto alle sue dipendenze. In quell’occasione, ai microfoni di DAZN, lo stesso marocchino si schierò apertamente dalla parte del suo mister: “Il gol lo dedico al mister perché a Chievo lo hanno fatto una m****”. Lunedì torneranno entrambi al Bentegodi, con determinazione e voglia di dimostrare che quel passato recente l’hanno dimenticato.

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