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UFFICIALE. Protocollo ripresa allenamenti: allenatore con la mascherina, no alle docce (nella fase iniziale)

Proprio nel giorno in cui si è consumato l’addio tra la Salernitana e i suoi responsabili medici (clicca qui per i dettagli), è stato pubblicato il protocollo con le indicazioni per la ripresa degli allenamenti collettivi delle squadre di calcio professionistiche e degli arbitri. Un protocollo al quale dovranno adeguarsi tutti i club dalla Serie A alla Serie C e gli arbitri in vista della ripresa dei campionati. Un documento di 14 pagine che contiene tutte le indicazioni redatte dalla commissione medico-scientifica che le società dovranno seguire per garantire la massima sicurezza ai propri tesserati per la ripresa degli allenamenti di gruppo. 

“Esse – si legge nel documento – erano state concepite allo scopo di ridurre al minimo il rischio di contagio (nuovi casi), nella consapevolezza che, in quella fase della pandemia da virus SARS-COV-2 (COVID-19), e in mancanza di una prevenzione realmente efficace (vaccino), il rischio «zero» di contagio non esisteva e non esiste. Sono state aggiornate sulla base delle evidenze medico-scientifiche in divenire e hanno recepito le indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico (CTS), successive all’audizione dei rappresentanti della FIGC da parte degli Esperti del CTS stesso, avvenuta in data 7 maggio, e comunicate a FIGC in data 11 maggio, indicazioni che sono “da considerarsi stringenti e vincolanti ai fini della ripresa stessa”.

Le indicazioni riguardano le sessioni di allenamento, gli ambienti comuni, le situazioni specifiche, la gestione del centro sportivo e il personale extra squadra. Confermato il dettagliato screening al quale i giocatori e i membri dello staff tecnico dovranno sottoporsi.

Per quanto concerne gli allenamenti: “Nella fase iniziale l’allenatore e lo staff tecnico indosseranno sempre mascherina manterranno una distanza minima di almeno 2 metri l’uno dall’altro. I soggetti appartenenti al GRUPPO Squadra dovranno raggiungere il Luogo e far ritorno al  domicilio al termine dell’allenamento con mezzi propri e rispettando le misure anti contagio. Dovranno essere evitati, per quanto possibile, autisti. Tutti i soggetti dovranno essere dotati dei Dispositivi di Protezione Individuale”. 

Inoltre viene specificato che le società dovranno “predisporre una postazione di controllo della temperatura
(termoscanner a distanza) e saturimetro (da disinfettarsi ogni volta) all’ingresso del Luogo di allenamento con il proprio Staff Medico (dotato degli opportuni DPI) e adottare procedure di isolamento in due distinti locali in caso di rilevazione di temperatura corporea (> 37,5 °C). Il soggetto individuato con TC > 37,5 °C dovrà fare immediato ritorno al proprio domicilio, ove verrà seguito in ottemperanza alle linee guida del Ministero della Salute”. Soprattutto nella fase iniziale bisognerà privilegiare il lavoro all’aperto, evitando dunque quello in palestra.

Negli spogliatoi deve essere garantito il distanziamento dei calciatori di almeno 2  metri. Qualora ciò non fosse possibile, va scaglionato l’ingresso per consentire distanze corrette. L’ambiente delle docce, ricco di vapor acqueo, potrebbe favorire la diffusione del virus (aerosol). Per tale motivo, almeno nella prima settimana, le docce non potranno essere svolte presso il luogo di allenamento. Per quanto riguarda l’uso della Sala Medica, massaggi, fisioterapia, le sedute, almeno nella prima settimana, dovranno essere programmate sotto il coordinamento
del Medico Sociale e limitate alle reali necessità. Le postazioni dovranno garantire distanze di almeno 2 metri tra loro, dovranno essere dotate di materiale monouso e le attrezzature/macchinari fisioterapici essere sanificati dopo ogni seduta. Si raccomanda di evitare gli assembramenti nell’attesa dei trattamenti e che gli operatori sanitari
indossino la mascherina, i guanti e gli occhiali di protezione e i calciatori la mascherina chirurgica.

Altre indicazioni sono relativa agli ambienti comuni: almeno nella prima settimana, si raccomanda di evitare riunioni interne se non strettamente indispensabili. Laddove sia necessario/urgente organizzarle, dovrà essere
ridotta al minimo la partecipazione e garantita una distanza interpersonale di almeno 2 metri. È preferibile che siano tenute in spazi aperti e/o ben ventilati. Va in ogni caso favorito l’impiego di piattaforme telematiche per riunioni di lavoro.


Il documento integrale


 

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