Il tempo è quasi terminato, la pazienza dei tifosi è invece finita da un bel pezzo. Ma nel calendario che scorre inesorabile, come nella migliore tradizione di film thriller, qualcosa si muove proprio a ridosso del countdown finale. È l’odierna edizione del quotidiano Il Mattino a svelare le importanti novità venute fuori dall’intensa giornata di ieri, quando mancano quarantotto ore alla deadline per la cessione della Salernitana: si è fatto avanti un imprenditore piuttosto solido che già nei mesi scorsi aveva lavorato sotto traccia alla possibilità di acquisire la Salernitana. Con ordine.
Due pec all’attenzione dei trustee
Dopo aver atteso invano per mesi, i trustee ed i loro collaboratori si sono riuniti ad oltranza e resteranno operativi fino al gong di domani. Come si legge dalle colonne de “Il Mattino”, le mail arrivate ai rappresentanti di Melior Trust e Widar Trust sono due, di cui una legata ad una figura inedita, finora mai realmente uscita allo scoperto. Si tratta di un facoltoso imprenditore napoletano che attraverso la mediazione di un famoso studio legale avrebbe formulato una proposta “prendere o lasciare”, facendo intendere di non voler partecipare a nessuna asta al rialzo. Dalle indiscrezioni raccolte dal quotidiano, l’imprenditore in questione si è detto disponibile ad investire 32 milioni, di cui 22 per la gestione straordinaria fino a giugno e 10 mln per rilevare il club. Insomma, tutti e dieci subito, o comunque entro i 45 giorni di ventilata proroga come da atto di trust in caso di closing vicino, senza concorrere con altri contendenti. Chiaramente, se dovesse esserci tra oggi e domani una proposta più convincente, l’offerente non rilancerebbe. Per “Il Mattino”, l’obiettivo è “far salire in cattedra il cavalluccio e mettergli le… ali”. Isgró e Bertoli ci pensano, colpiti anche dalla progettualità paventata dal giovane imprenditore.
Il salvagente tra professionisti
Sempre ieri sera c’è stato l’invio della seconda pec al Trust Salernitana 2021, contenente l’offerta da parte del notaio Roberto Orlando e dell’avvocato Michele Tedesco. I due stimati professionisti salernitani hanno presentato la loro proposta che forse non risulterà economicamente tra le più alte che perverranno ai due trustee, ma che rappresenta un’ultima, romantica scialuppa di salvataggio nel caso in cui nessun altro imprenditore dovesse centrare l’acquisizione al fotofinish. Sulla competenza in materia legale e sulla fede granata di Orlando e Tedesco ci sono pochi dubbi, ma il fatto che i due rientrino – pur senza aziende alle spalle – tra i potenziali acquirenti, la dice lunga sullo stato di assoluta emergenza.
Agnello e gli altri
Sempre nella giornata di ieri, sarebbero stati limati gli ultimi dettagli che dividevano la cordata di Francesco Agnello dal formulare una offerta ufficiale. Gli imprenditori che si sono detti disposti ad investire sulla “Bersagliera” coordinati dall’operato di Domenico Cerruti dovrebbero inviare la pec nella giornata di oggi, giovedì 30 dicembre, vigilia della deadline. Oltre ad Agnello, nel gruppo pare rientrare anche Vittorio Tomaselli, imprenditore tarantino che si occupa di ingegneria clinica ed elettromedicali.
Possibili outsiders
Non sono da escludere colpi di scena dall’ultimo secondo, con interessamenti che potrebbero diventare offerte vere e proprie in virtù del prezzo al ribasso; si spera di reperire proprio nelle ultimissime ore quell’offerta vincolante corredata da una fideiussione corretta e da una caparra pari al 5% del prezzo che porterebbe i trustee ad ottenere dalla FIGC i previsti 45 giorni di proroga al fine di perfezionare una cessione che – a quel punto – verrebbe assimilata ad un parto anche nella tempistica dei 9 mesi. Chissà che non possa sbucare fuori qualcuno che, nel silenzio totale, può aver lavorato alla cosa nelle ultime settimane. Tra le indiscrezioni era venuta fuori la manifestazione di interesse di un non meglio precisato gruppo americano con interessi in Italia. Si vedrà.
Di Silvio insiste ma…
Nonostante la denuncia alle autorità competenti da parte dei trustee, che dopo accurate verifiche avevano colto in fallo il fondo lussemburghese Toro Capital con la società svizzera di Francesco Di Silvio, rei di aver presentato una fideiussione non giudicata regolare, gli imprenditori insistono. I trustee si sono però indispettiti in virtù di questo biglietto da visita non esaltante nell’offerta di ben 40 milioni di euro, una cifra forse verosimile sei mesi fa, ma oggi onestamente spropositata rispetto alla condizione della Salernitana, non solo di classifica. Tutto lascia presagire che anche il nuovo tentativo, a quanto pare sempre con contorni tutt’altro che chiari, si trasformerà in un buco nell’acqua.
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