La Salernitana ha presentato in Federcalcio l’istanza con cui formalmente chiede di risolvere (temporaneamente) il problema multiproprietà con il trust e nel giro di pochi giorni si avrà la fumata bianca definitiva. Sempre che nel frattempo non ci siano ulteriori colpi di scena. La documentazione è stata consegnata in Figc, ma il trust vero e proprio – che è un atto notarile – non è stato ancora formalizzato: ora, infatti, i legali delle due parti (federazione e Salernitana) dovranno limare insieme i famosi paletti.
Ci vuole il gradimento di via Allegri non solo sul nome del trustee, il fiduciario che dovrà gestire la società quando Lotito e Mezzaroma ne perderanno il possesso, ma anche su altre condizioni che sembrano di poco conto ma che, in realtà, sono molto importanti. Il discorso prezzo è uno di queste: il blind trust finalizzato alla vendita deve infatti concretizzarsi quanto prima con la definitiva cessione del club. Deve essere, come è noto, lo stesso trustee ad occuparsene. Ecco perché il prezzo minimo deve essere messo nero su bianco e in questo momento una valutazione vera e propria, fatta da terzi, non c’è. Lotito ha pubblicamente indicato in 80 milioni la richiesta per un club di Serie A, che ha una certa storia e un certo potenziale di introiti soprattutto, ma che – a parte i segni distintivi e appunto il titolo sportivo – ha patrimonializzato poco (campi di allenamento e sede sociale sono in fitto, i contratti dei calciatori di proprietà sono attualmente 29, compresi i tanti ceduti in prestito nelle categorie inferiori, a cui vanno aggiunti quelli dello staff). Insomma, la Figc vuol vederci chiaro, perché una clausola di prezzo minimo di vendita troppo alto potrebbe nuocere alla fattibilità dell’operazione. Abbassarlo, oppure renderlo indicabile solo da un pool di esperti o revisori dei conti. Anche questo, però, va messo per i scritto nel trust.
C’è da indicare chiaramente il nome del trustee (anche qui deve esserci il favore federale, dovrà esser eun uomo esperto nel management ma anche vicino allo sport: si sono fatti i nomi di Marco Pecoraro Scanio, ex capitano granata, laureato in giurisprudenza, già senatore e soprattutto salernitano, ma anche di Francesco Soro, già alto dirigente Coni, anche lui avvocato, ora pezzo grosso di Sport e Salute). La durata è un altro aspetto delicato. Si è parlato di 6-8 mesi. Ma cosa accadrebbe nel malaugurato caso in cui il trustee non riuscisse a vendere la società? Dal punto di vista delle norme sportive, ci sarebbe la sospensione dei contributi, un (mini) processo sportivo e la revoca dei contributi stessi, con conseguente esclusione dal campionato e assegnazione alle categorie dilettantistiche. Non solo non ci si può permettere di arrivare anche solo a rischiare tanto, ma va anche detto come dal punto di vista civilistico il ragionamento sarebbe diverso. Si ragiona quindi sull’allungamento della scadenza alla fine della stagione 2021/22. Ma allo stesso tempo, è impossibile ipotizzare che i beneficiari del trust siano i disponenti stessi, ovvero Lotito e Mezzaroma, non foss’altro perché recentemente la Federcalcio ha ulteriormente stretto sulla multiproprietà, vietando quelle di nuova formazione. Se la proprietà della Salernitana formalmente – con il trust – passerà a un terzo soggetto, di fatto, il passaggio inverso che si verificherebbe la prossima estate (a prescindere dalla categoria, anche in caso di malaugurata retrocessione in B) configurerebbe una nuova incompatibilità regolamentare. Ripartirebbe dunque l’iter ingarbugliato che sta contraddistinguendo questo complicato periodo. Dunque, occorre trovare chiarezza e pulizia in tutto. Idem sulle modalità di vendita: concepire la possibilità che possa essere fatta anche solo per la maggioranza del club e lasciare che Mezzaroma resti come socio di minoranza senza controllo, oppure obbligare il trustee a vendere il 100% della Salernitana? Insomma, sono tante le domande che gli esperti a cui si sono affidati i due co-patron devono porsi, magari insieme a quelli della Figc: le bozze del trust sono pronte con varie salse di parte salernitana, ma da Roma occorre il placet. La sensazione è che nei prossimi giorni, entro sabato, si avrà un’accelerata: lunedì o martedì, infatti, potrebbe essere fissata la prossima assemblea di Lega A e la Salernitana punta ad esserci. È interesse di tutti, compreso di chi deve farsi da parte. Che, a proposito di interessi, deve puntare necessariamente a rendere il trust una toppa per il minor tempo possibile: Lotito e Mezzaroma non potranno più incidere sulla società, ma dovranno solo restare a casa ad aspettare i proventi della vendita del club. Per far sì che essi siano di un certo tenore, sarebbe opportuno procedere prima dell’inizio del campionato, per evitare di correre il rischio di dover cedere una società che – se iniziasse il campionato in salita – potrebbe trovarsi nei bassifondi e a serio rischio retrocessione a metà stagione. Questo ovviamente farebbe abbassare di molto il prezzo. Per non parlare poi dei rischi di malelingue e conflitti che potrebbero essere comunque sollevati da altre società, nonostante formalmente il trust farebbe perdere il possesso a Lotito e Mezzaroma. La tifoseria attende con ansia la risoluzione della questione.
Vincenzo
17/06/2021 at 11:52
Questa è una cattiveria calcisticamente parlando, e danno alla salernitana lotito non vuole cedere e questo appunta sarà un anno di purgatorio