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Troost-Ekong, il calciatore “a impatto zero”: il viaggio eco-friendly da Watford a Salerno

Una lettera aperta sul sito della FIFPro, il sindacato mondiale dei calciatori. William Troost-Ekong, fresco ex granata oggi al Paok di Salonicco, in Grecia, ha a cuore il tema della sostenibilità ambientale. Dopo la salvezza con la Salernitana, ha deciso di piantare degli alberi in Calabria. Lo ha fatto con l’associazione Alberami. Il perché è semplice: come scrive, la vita di un calciatore professionista è difficilmente conciliabile con la sostenibilità, a partire dai tanti viaggi in aereo che portano ad emissioni di CO2.

Le trasferte in Nigeria

Il tutto inizia otto anni fa, quando Troost-Ekong, tra gli autori della rimonta all’Udinese nell’ultima del campionato scorso, inizia ad essere arruolato dalla sua selezione nazionale, la Nigeria. Inizia a considerare l’impatto che possono avere sul clima i tanti viaggi che i calciatori sono costretti a sostenere per impegni lavorativi. “In Africa i segni del cambiamento climatico sono molto più visibili che in Europa” spiega, sposando diverse iniziative per compensare le emissioni di CO2 causate dai suoi continui spostamenti tra uno stadio e l’altro. “Però sono riuscito a rendere il mio trasferimento dal Watford alla Salernitana più green possibile: abbiamo calcolato di aver accumulato un’impronta di carbonio totale di poco meno di una tonnellata, che abbiamo compensato piantando alberi. Ho visitato una fattoria a Torano Castello, a circa due ore da Salerno, per piantare un olivo e conoscere l’impatto dei cambiamenti climatici sul territorio”. Il calciatore sta valutando di replicare anche in terra greca l’esperimento riuscito a Salerno, calcolando le tonnellate di carbonio emesse dal suo aereo tra l’Italia e Salonicco, per bilanciare l’impatto ambientale negativo.

Riciclo del materiale tecnico

Ma l’accortezza non è mai troppa. Il difensore nigeriano dà una seconda vita al materiale tecnico da lui usato o fornito dai magazzinieri dei club in cui gioca, regalando opportunità a bambini meno fortunati, ma con una grande passione per il calcio: “Gioco per la nazionale Nigeriana da ormai otto anni e ogni volta che partivo riunivo le scarpe inutilizzate e kit dei club in cui giocavo anche grazie ai magazzinieri per poi regalarle ai ragazzi nigeriani. Kit e scarpe sono molto difficili da riciclare, sono fatti prevalentemente in plastica, è importante che abbiano una seconda vita invece di finire in discarica”. 

 

Foto: FIFPro.org

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