Milan, Juventus, Napoli, tre big del nostro campionato, affrontate di recente dalla Salernitana. Bottino finale 5 punti, frutto di una vittoria e due pareggi. Alzi la mano chi avrebbe firmato per questo epilogo, per una Salernitana ultima in classifica e che è in passato si è trovata a commentare umilianti sconfitte giustificate dal ritornello: “Non sono questi gli avversari contro cui dobbiamo conquistare punti salvezza”.
In realtà la frase secondo cui le partite durano 90 minuti, è diventato obsoleto. Tra 5 cambi, perdite di tempo, ricorso al Var, proteste e nuove disposizioni Fifa, le partite hanno un minutaggio complessivo ai 100 minuti. E così, nei minuti di recupero, il bottino dei granata si riduce dai 5 ipotizzati sopra, ad un misero punticino, quello contro il Milan. Oltre il 90’, sono arrivati tre gol devastanti per la classifica, quello di Jovic che ha tolto la vittoria all’Arechi contro i rossoneri, e quelli di Vlahovic e Rrahmani a far svanire due pari con Juventus e Napoli. Tanto, troppo simili, le ultime due sfide per parlare di coincidenze, con la Salernitana passata in vantaggio e poi rimontata e con uno sfortunato e ingenuo protagonista in comune, quell’Ikwuemesi ultimo granata a gestire (e male) il possesso prima della beffa.
Sconfitte brucianti perché arrivate contro un avversario che sulla carta è nettamente superiore ma che non appariva né imbattibile, né invulnerabile. Anzi. E questo aumenta il rimpianto perché tenere testa a Milan, Juventus e Napoli, con tutte le lacune dell’organico granata, non era affatto scontato. Inzaghi ha lavorato sulla testa dei calciatori, aumentandone l’autostima e trasmettendo loro la convinzione che Davide avrebbe potuto battere Golia. E’ stata questione di dettagli, di sfortuna ma anche di altro, come ha chiaramente e senza giri di parole, dichiarato il Presidente Iervolino rivolgendosi alla classe arbitrale. Dettagli, perché ci sono errori tecnici dietro tutti e tre i gol: da Gyomber col Milan ai già citati suicidi di Ikwuemesi. C’è tanta inesperienza o se vogliamo dire mancanza di malizia, perché la Salernitana avrebbe potuto e dovuto giocare di più col cronometro in tutte e tre le sfide evitando all’avversario di tenere palla così a lungo nei minuti finali.
C’è sfortuna, perché oggettivamente tante assenze sono legate ad infortuni, e qualche occasione da gol andava finalizzata meglio, ma c’è anche una forma di sfortuna legata alle decisioni arbitrali. Ed è a questo che si appella il presidente Iervolino che ha alzato la voce e che – primo tra tutti i suoi colleghi – ha chiesto espressamente le dimissioni del Designatore Rocchi e la costituzione di una classe arbitrale professionistica per il calcio italiano.
Va precisato che non tutti i tifosi della Salernitana stanno sposando in queste ore la linea di Iervolino: da un lato c’è chi ammette che l’introduzione del Var non ha apportato riduzioni del livello di errori, specie perché ad essere criticata ora è la scelta di andare o meno all’On Field Review da parte dei fischietti. Dall’altro che chi non accetta la teoria del complotto e pensa che attraverso il rafforzamento della rosa, la Salernitana possa mantenere la categoria senza dover alzare questo polverone. Che rischia di essere controproducente, perché – come dichiarato da Iervolino – se protesti la volta successiva subisci immediata la vendetta.
Dal rosso mancato a Gatti, dal fallo su Simy poco prima dell’espulsione di Maggiore con la Juventus, fino all’infrazione di Demme su Tchaouna a Napoli, la Salernitana allunga il suo dossier già annunciato dall’AD Maurizio Milan una settimana fa. Che non deve diventare un alibi né per la società stessa che per i calciatori, comunque responsabili di questa posizione e dei 12 punti che valgono l’ultimo posto.
Contro Milan, Juventus e Napoli, si sono volatilizzati 4 punti che avrebbero fatto molto per la classifica. A Inzaghi il compito di azzerare gli strascichi psicologici di tanto spreco e di apporre le opportune contromisure per una migliore gestione della partita in una situazione di vantaggio.
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