Il punto della situazione a Roma per fare il passo decisivo, per dare la chiarezza che serve a Salerno, alla Salernitana e agli organi federali. Nella giornata di oggi è previsto un summit a Villa San Sebastiano tra Claudio Lotito e Marco Mezzaroma, che potrebbe vedere protagonista anche il ds Fabiani. Sul tavolo non soltanto gli strascichi dell’assemblea di Lega di ieri (a cui la Salernitana formalmente non è stata invitata, ma potrebbe desistere dall’impugnare gli esiti come minacciato in un primo momento). C’è da tracciare una linea col passato, fatto di bracci di ferro, dubbi, dichiarazioni sibilline, ed accelerare verso l’iscrizione della squadra al campionato che dovrà essere formalizzata entro venti giorni. Ma non potranno essere Lotito e Mezzaroma a farlo, è risaputo: tre giorni prima, infatti, scadrà la deadline per il passaggio del controllo della società campana ad altri soggetti.
Il tempo scorre. Da ambienti vicini alla Salernitana si continua a far veicolare il trust come “una delle soluzioni possibili”, che starebbe impegnando legali, commercialisti e consulenti di ogni tipo. Si tratta della cessione temporanea della società a un terzo, il trustee, che la amministrerebbe in totale autonomia. La Federcalcio nicchia. Ma le parti dialogano e continueranno a farlo. Sarà inevitabile un confronto e una sorta di ok preventivo da via Allegri per la soluzione definitiva che i due imprenditori romani presenteranno, magari con la garanzia di vendere definitivamente il club entro un tot di mesi. A un fondo estero? Anche questa ipotesi è caldeggiata da fonti accreditate. I discorsi e le offerte da approfondire non mancano. L’ultimo nome fuoriuscito in ordine di tempo è quello della famiglia Angelucci, che si è però affrettata a smentire. “Sarebbe meglio la vendita subito”, il succo del pensiero di Gabriele Gravina. Ma i tempi tecnici non ci sono e la legge potrebbe dare appigli a Lotito, imprenditore navigato, scaltro e ampiamente conoscitore dei meandri federali. Appare impensabile che possa arrivare a tirare la corda fino a spezzarla, depauperando (anzi, annullando) un bene preso a “quattro spicci” e portato fino alla Serie A, con un valore incredibile se si torna indietro a dieci anni fa. Stesso dicasi per Mezzaroma, che punta molto invece sul codice civile e sulla novità assoluta rappresentata dal caso Salernitana. La Figc ha avallato deroghe su deroghe in questi anni: riuscirà a tenere il muro alzato fino alla fine o potrebbe avere qualcosa da perdere? La Salernitana intesa come squadra di calcio, suo malgrado, è al centro di una battaglia politica che ha certamente radici diverse, più grandi e più lontane. Filtra sempre tranquillità dalla proprietà attuale, tutt’altro che sprovveduta. “Dovrò regalarla”, diceva Lotito provocatoriamente qualche anno fa in sala stampa all’Arechi a chi gli chiedeva cosa avrebbe fatto in caso di una (impensabile, all’epoca) promozione in Serie A. Oggi non ha chiaramente nessuna intenzione di farlo. Mezzaroma, del resto, ha parlato di “esproprio proletario” qualche settimana fa. E qui tornano in gioco le Noif da “rispettare, per chi sa leggerle”. Per i due imprenditori sembra solo questione di tempo per creare l’architettura giusta, i punti di contatto necessari, per mettere i cavilli al loro posto ed essere inattaccabili. Controllo, influenza dominante sulle volontà societarie: sono i due punti cardine delle norme federali, Lotito e Mezzaroma (con i loro parenti entro il quarto grado) non dovranno averne. Quest’ultimo sembra orientato a restare in granata con una quota di minoranza che non eccederebbe il 20%. Ci sono esempi nel calcio che glielo consentirebbero, anche se ovviamente senza il fondamentale problema della medesima categoria: si veda Paolo Scaroni che è presidente del Milan e socio di minoranza del Vicenza al 7%: lo è diventato nell’anno in cui i biancorossi sono tornati in B ed erano quindi già nell’alveo del professionismo e non nei dilettanti (condizione di partenza dell’avventura dell’attuale proprietà in Campania, con conseguenti deroghe).
Insomma, giorni delicatissimi. In mezzo, Lotito non si farà mancare nulla. Alle 17 oggi è atteso in Campidoglio da Virginia Raggi per la premiazione della Lazio Women che è riuscita ad approdare in massima serie. Sempre oggi dovrebbe essere il giorno di Maurizio Sarri sulla panchina della Lazio, toccata ieri in maniera diretta dal servizio della trasmissione Report dal titolo “Le trame oscure del calcio italiano” che, oltre a occuparsi di procuratori, plusvalenze e quant’altro, ha tirato in ballo il direttore sportivo del club biancoceleste, accusato di essere socio occulto di un’agenzia di scommesse in Albania. “Tutto falso”, dichiara Igli Tare. Per Lotito le faccende di cui occuparsi aumentano a dismisura, la Salernitana stavolta però reclama priorità. Il tempo scorre, se la soluzione c’è (e tutto lascia pensare che sia così) è giunto il momento di tirarla fuori.
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