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Schillaci a SN: “Che sfide tra Messina e Salernitana! Palermo farà torneo a sé, granata outsider nella lotta promozione”

Ospite dello Juventus Club Salerno “Andrea Fortunato”, Totò Schillaci, storico attaccante che ha militato nel Messina, nella Juventus e nell’Inter ma che viene ricordato maggiormente per essere stato miglior marcatore e giocatore dei mondiali di Italia ’90, ha raccontato ai nostri microfoni le sensazioni che gli suscita ritornare a Salerno: “Non è la prima volta che vengo a Salerno: la ritengo una bellissima piazza. Ricordo tanto tempo fa le sfide tra Messina e Salernitana ed erano partite difficili, l’ultima volta che son stato qui a Salerno è stato con la Nazionale. Ritengo che sia una città stupenda, una piazza calda, passionale. Mi auguro che la Salernitana possa ritornare ai vertici della classifica ed essere competitiva”.

Sul campionato cadetto e le possibilità della Salernitana di andare in Serie A, Totò-gol auspica pazienza e fiducia: “il campionato di B è molto lungo. Difficile fare pronostici. Vinci due partite e sei in vetta, ne perdi due e rischi di lottare per non retrocedere. Il livello tecnico non è più come quello di una volta. Ho visto alcune partite e sinceramente molte squadre si ritrovano nelle zone alte della classifica senza merito. E’ un torneo lungo. Ho mio nipote, Di Mariano, che gioca nel Venezia che sta facendo molto bene. Credo che il Palermo abbia una squadra competitiva, importante per andare in Serie A. Il resto delle squadre si gioca la promozione. Spero che tra queste vi sia la Salernitana, ha un pubblico meraviglioso”.

Sul nipote Di Mariano, autore della punizione velenosa che ha fruttato l’1-0 del Venezia sulla Salernitana: “Conosco bene mio nipote, avendolo cresciuto nella mia scuola calcio all’età di cinque anni. Ha grande talento, la B è un serbatoio importante per valorizzare e far crescere calciatori di prospettiva. Sta migliorando anno dopo anno, è nelle mani di un tecnico che lo valorizza come Walter Zenga e non come quelli avuti in passato. I giovani devono giocare. Spero che mio nipote possa raggiungere la piena maturazione e che possa fare di più di quello che ho fatto io”.

Su un erede di Totò Schilaci: “Il calcio odierno è molto diverso da quello che ho vissuto io. Innanzitutto, si fanno molti goal, si attacca di più, ma si fa anche un importante lavoro tattico. Me lo auguro che ci sia, che possano esserci tanti giovani promettenti soprattutto per avviare un ciclo importante per la Nazionale che ha bisogno di ritornare agli antichi fasti. Bisogna comprendere che è molto difficile, ogni ciclo ha un suo tempo”.

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