Quattro anni in Liguria: 29 gol in 118 presenze. Daniele Verde fu spettatore di Salernitana-Spezia di Coppa Italia del 12 agosto scorso dalle poltroncine rosse dell’Arechi; era virtualmente granata. Fu ufficializzato il giorno dopo. L’attaccante vivrà con emozione la sfida ai liguri di sabato prossimo. “Non esulterò per rispetto al popolo spezzino”, ha dichiarato in un’intervista rilasciata all’edizione di Salerno de Il Mattino. Secondo Verde lo Spezia non ha mai perso “perché difende molto bene. Conosco l’allenatore D’Angelo, conosco i valori del reparto. Hanno preso Nikolaou, ma hanno trovato un giovane forte, bravissimo. È Bertola”.
Il classe ’96 è tornato anche sulla vittoria al Barbera che è stata una bella iniezione di fiducia: “Undici punti sono un buon bottino e la vittoria di Palermo ci ha regalato la soddisfazione e la spinta che meritavamo. Non vogliamo fermarci e ci sentiamo sempre in debito con una tifoseria straordinaria, che ci dà calore, passione. La pressione poi fa parte del gioco. Pressione vuol dire attenzione ed è sempre da preferire all’indifferenza. Siamo ambiziosi e vogliamo disputare un gran bel campionato. Non ci sono finali, non lo è la prossima contro lo Spezia né lo saranno quelle che arriveranno nel prosieguo. Noi abbiamo un solo obiettivo: credere nel potere della prestazione come strumento per arrivare al risultato, come ci ha insegnato l’allenatore. Affronteremo dunque lo Spezia con la nostra identità e il nostro dna calcistico: proveremo sempre a fare la partita e a comandare il gioco”.
Il rapporto con l’allenatore
Verde ha elogiato il lavoro di mister Martusciello, prendendo ad esempio la fase offensiva e anche la capacità di fare gruppo, citando un episodio del post gara a Palermo. “Abbiamo schermi che consentono a tutti di gonfiare la rete, centrocampisti compresi. Oggi siamo cooperativa del gol, come a Palermo. A Palermo Kallon è entrato in campo ed è uscito in pochi minuti, per ragioni tecnico-tattiche. Il suo comportamento all’uscita è stato ineccepibile. Il mister fa tanto per noi e tiene all’unità della squadra. Parlargli ed abbracciarlo a fine gara, come abbiamo fatto tutti noi, è il nostro modo di far capire che siamo un blocco monolitico”.
Ma cosa chiede Martusciello a Verde: “Chiede di svariare tanto. Mi servivano fiducia e smalto per ritrovare il mio modulo, il mio pane, quello che ero in natura, insomma l’esterno a destra che converge e batte con il sinistro. Lo sto facendo e sono felice – ha spiegato l’attaccante napoletano -. Poi c’è il lavoro di squadra: non stiamo subendo gol perché ciascuno, adesso, fa un pezzettino di lavoro in più. A me serviva tempo per gestirmi: era giusto non entrare ‘troppo sparato’. Ho fatto tanti ruoli in carriera. Pronto a tutto per la Salernitana che mi ha dato fiducia”.
La sorpresa e il sì
Lilian Njoh è il compagno da cui Verde è stato più sorpreso: “È innanzitutto merito del mister, che cura tantissimo la fase difensiva ed è molto scrupoloso, cura ogni dettaglio. Njoh mi ha sorpreso per il continuo miglioramento e per la sua interpretazione italiana del ruolo di terzino, molto attenta ed applicata, nonostante si tratti di un giovane giocatore proveniente da un’altra realtà calcistica”.
Infine la scelta di accettare Salerno e le condizioni affinché diventi a tutti gli effetti granata: “La chiamata di Petrachi in estate è stata una scarica di adrenalina, uno sprone. La sua figura e l’ascendente che aveva su di me si sono rivelati decisivi. E poi sono a mezz’ora da casa, qui a Salerno è già casa. Se la squadra fa benissimo e io realizzo un determinato numero di gol e assist. Ad esempio con lo Spezia l’anno scorso sono andato a segno sette volte. Ricordo pure che all’inizio non facevo gol, come accade quest’anno. Quindi ho deciso che lo inseguirò con serenità: non sarà un’ossessione”.
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