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Salernitana, quelle (solite) crisi di dicembre da scongiurare: a Carpi obbligatorio vincere per evitare ripercussioni

“Wake me up, when December ends”. Sostituendo il mese nel titolo della famosa canzone dei Green Day, ecco la fotografia del momento attuale della Salernitana. E delle sue fragilità che, ciclicamente, si fotocopiano ogni qual volta l’anno solare sta per terminare.

Dicembre è iniziato come peggio non avrebbe potuto, per i colori granata, già a secco di emozioni per gran parte del mese di novembre, a causa della lunga sosta forzata. La Salernitana deve, se non altro, “fare meglio dell’anno scorso” ed “alzare l’asticella”, cavalli di battaglia della proprietà che spesso sono stati sbandierati come risposte alle domande dei cronisti sugli obiettivi stagionali negli ultimi anni. Per farlo, i granata sono chiamati ad accelerare, anche se è impossibile fare paragoni matematicamente perfetti rispetto alle precedenti annate, vista la diminuzione delle squadre che compongono il campionato.

L’anno scorso i punti conquistati dall’ippocampo, più o meno di questi tempi, erano 21 dopo 14 partite e sarebbero diventati 26 al giro di boa. Un giro… lungo, rispetto a quello del corrente campionato, che portò un pareggio, un successo e due sconfitte nelle ultime quattro. Difficile fare paragoni, come detto. Più facile affermare che, da quando è tornata in Serie B, la Salernitana palesa grandi difficoltà a dicembre. Un anno fa, bottino di 4 punti in 5 partite nell’ultimo mese dell’anno solare. Dopo i ko consecutivi di Cittadella e Brescia, l’1-1 interno col Perugia costò la panchina ad Alberto Bollini il 10. Anche due stagioni or sono, quando alla quattordicesima giornata i punti in cascina erano 16, dicembre diede origine a un cambio in panchina: proprio il 3 esordì il trainer di Poggio Rusco (a Bari, contro Colantuono) che aveva rimpiazzato il dimissionario Sannino. L’anno prima ancora, con Torrente, i granata totalizzarono 5 punti in 6 partite a dicembre, con tre ko di fila nelle ultime del 2015. Insomma, sarebbe meglio che qualcuno svegliasse la Salernitana anche prima della fine di dicembre. A Carpi, campo mai espugnato, ci proverà Colantuono. Non dovesse riuscirci, ogni scenario potrebbe aprirsi. Compreso quello dell’ennesimo cambio in panca, verificatosi in ogni stagione da quando Lotito e Mezzaroma hanno riportato il cavalluccio e la denominazione in città, nel 2012.

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