Quello di Salernitana-Reggiana è un caso che fa e farà discutere. Andando ad analizzare la storia ultracentenaria della Salernitana però si scopre che quella di ieri non è stata la prima occasione in cui la compagine granata si è ritrovata a dover “giocare” contro un avversario fantasma. Diverse le vicende e le cause che in oltre 101 anni di storia hanno portato la Salernitana a vincere (e in alcuni casi a perdere) partite a tavolino per rinuncia.
Il primo caso è datato addirittura 1920, esattamente cento anni fa. Tutto inizia il 5 dicembre quando la partita tra Salernitana e Puteolana viene sospesa nel secondo tempo sul risultato di 0-1 per incidenti. Una decisione che non farà piacere alla compagine granata allenata da Matteo Schiavone: i giocatori, in segno di protesta, non scenderanno in campo contro Savoia, Naples, Putelolana (match di ritorno) e nuovamente Savoia. Beffa nella beffa: dopo le quattro rinunce ed altrettante sconfitte a tavolino per 2-0, il comitato regionale campano decide di far recuperare quella partita con la Puteolana da giocare su campo neutro a Torre Annunziata: una partita che non si disputerà e che vedrà la Puteolana vincere a tavolino per 2-0. La Salernitana chiuse quel campionato (girone A della Prima Categoria) con 0 punti.
Un caso simile – più recente – risale invece alla stagione 2006/2007: la seconda Salernitana targata Antonio Lombardi deve affrontare la Ternana alla terza giornata di campionato. La compagine umbra è in contrasto con l’amministrazione comunale che fa trovare lo stadio “Libero Liberati” con i cancelli chiusi. Squadre e terna arbitrale attenderanno in vano all’esterno dell’impianto e il Giudice Sportivo assegnerà a la vittoria a tavolino alla squadra di Novelli.
Il club rossoverde però si appella primo alla Disciplinare e poi alla Caf che accoglie il ricorso delle Fere sottraendo tre punti alla squadra granata (passata a Bellotto) e disponendo la disputa della partita. A vuoto il ricorso della Salernitana a Camera di Conciliazione e Arbitrato del Coni. La partita verrà giocata e persa (il 28 marzo 2007) con una doppietta di Tozzi Borsoi.
Andando ulteriormente a ritroso si arriva al caso della stagione 2003/2004: dopo una rovente estate scandita dal caso Catania che portò la Serie B a 24 squadre, la Salernitana si ritrova ancora in cadetteria dopo la retrocessione maturata sul campo nella stagione precedente. Una decisione, quella di allargare il roster di Serie B, che non va giù a 19 società che decidono di protestare boicottando la Coppa Italia. La Salernitana del giovane ed esordiente Pioli si ritrova a vincere il girone giocando solo la prima partita contro il Napoli (0-0) e aggiudicandosi le vittorie a tavolino contro Pescara e Messina (c’era Fabiani come ds) per poi essere eliminata dalla Reggina ai sedicesimi di finale.
Sempre in quella stagione, per la protesta dei 19 club, fu rinviata la prima giornata di campionato in cui la Salernitana avrebbe dovuto giocare con il Palermo (poi recuperata il 23 settembre, finì 1-1) mentre alla seconda la squadra di Pioli saltò la partita sul campo del Torino, non disputata per assenza dei piemontesi; anche in questo caso fu disposto il recupero, con la Salernitana che espugnò il Delle Alpi con un gol di Bogdani.
Altro caso analogo è datato 1946: la Salernitana di patron Mattioli e di bomber Margiotta termina la regular season al terzultimo posto con 14 punti raccolti in 20 partite nel girone centro-sud del campionato Serie A-B. Nel post campionato la squadra granata viene inserita nel girone G del torneo tra squadre di Serie B e Serie C vincendo tutte le partite contro Scafatese, Torrese e Cosenza. Nella fase successiva si ritrova in un girone a quattro con Pescara, Lazio e Palermo chiuso in testa a 4 punti: a quel punto si dovrebbe giocare una doppia finale con la Pistoiese ma siamo in piena estate (gare in programma 14 e 21 luglio) e così la Salernitana comunica alla Federazione di rinunciare alla doppia sfida con i toscani.
Nel 1944, in piena ricostruzione, la Salernitana (in rosa i vari Jacovazzo, Margiotta, Saracino, Valese e Volpe) partecipa alla Coppa Liberazione vincendola: fondamentali tre vittorie a tavolino contro Cavese, Sangennarese e Audax Napoli per rinuncia degli avversari.
Rinuncia anche del Siderno il 10 settembre del 1939 nel primo turno di Coppa Italia: la Salernitana accede così alla fase successiva dove verrà eliminata dal Savoia (2-1 in gara secca, per i granata – anzi biancocelesti – a segno Volpe). Una vittoria salernitana per rinuncia degli avversari anche nel campionato 1927/1928: la squadra allenata da Carlo Venturini milita nel girone C di Seconda Divisione e vincerà a tavolino la sfida di ritorno sul campo del Torremaggio per rinuncia dei padroni di casa.
Curioso il doppio caso della stagione 1924/1925 quando, per assenza dell’arbitro, non si giocarono due partite di campionato: prima quella tra SalernitanAudax e Savoia (recupero vinto dalla compagine oplontina per 2-0) e poi quella casalinga con l’Internaples e anche in questo caso la SalernitanAudax perderà la sfida di recupero.
Il campionato 1921/1922 è segnato dalla prima storica crisi societaria, dettata dall’addio del presidente Matteo Schiavone che lascia la società a Renato De Crescenzo. La compagine biancoceleste milita nel campionato di Prima Categoria e perderà ben 5 partite su 12 per rinuncia.
Una formazione della Salernitanaudax 1924-1925 (foto Giovanni Vitale)
La prima il 4 dicembre quando la squadra non si presenta sul campo della Puteolana per mancanza di fondi. Poi, alla prima del girone di ritorno, la Salernitana affronta l’Internazionale partendo con soli 8 titolari per penuria di giocatori: al 25′ del primo tempo, dopo l’espulsione di Russo e l’infortunio di Finizio, la squadra resta in 6 uomini che decidono di lasciare il campo. Il Giudice Sportivo assegna la sconfitta a tavolino alla compagine di Salerno che perderà analogamente anche le partite con Puteolana (in casa), Savoia e Naples.
Una delle prime formazioni della Salernitana 1919/1920 (foto salernitanastory)
Il primo caso di vittoria a tavolino per rinuncia risale al… primo campionato della Salernitana. Nel 1920 la Salernitana di Adalgiso Onesti e del tecnico Schiavone batte il Brasiliano Napoli per 5-0 sul campo di Piazza d’Armi: è il ritorno finale del torneo di Promozione Regionale. All’andata i biancocelesti avevano perso con lo stesso risultato e dunque si rese necessaria una terza partita mai disputata: la formazione partenopea per protesta non si presentò (fu designato il campo neutro di Nocera Inferiore) e cercò di far passare l’assenza come evento fortuito. In questo modo la debuttante Salernitana conquistò la sua prima storica promozione.
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