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Rosina si ritira e s’iscrive all’università: “Ci siamo sopportati, non porto rancore. Ero venuto per andare in A…”

Alessandro Rosina dice basta. Alla fine del suo contratto con la Salernitana, dopo una stagione interamente passata a casa, da epurato, l’ex fantasista di Parma e Torino ha deciso che non cercherà nuove avventure con gli scarpini ai piedi nel calcio: ha deciso di ritirarsi a 36 anni dopo aver disputato esattamente 500 partite in carriera e mettendo a segno 103 gol tra Serie A, B, Coppa Italia, Europa League, Champions League, campionato e coppa di Russia. A queste vanno aggiunte le 32 presenze (4 gol) con l’U21 azzurra e una gara in Nazionale maggiore. È di 11 gol in 78 partite il suo bilancio della sua esperienza in Campania.

Rosina in amichevole all’Arechi contro il Rieti – Foto Tanopress

Nel rilasciare un’intervista al collega Pasquale Tallarino sul Mattino, Rosina annuncia la sua decisione e spiega i suoi quattro anni a Salerno, partiti nel 2016 come botto di mercato e terminati quasi da fardello. Ci siamo un po’ sopportati a vicenda, confessa il calciatore di origini calabresi che già a luglio scorso fu informato di non rientrare nei piani di Gian Piero Ventura. “Mi fermo. Dico “stop”. Ci sarà un nuovo inizio e cominceranno gli altri due terzi bella della vita: famiglia, affetti, nuove attività. È stato un anno travagliato. Dal punto di vista fisico stavo bene e potevo andare ancora avanti ma a gennaio ho stroncato sul nascere ogni accenno di proposta-offerta di altri club, che mi arrivava tramite mio fratello, il mio agente. – racconta Rosina – La Salernitana ha fatto una scelta di tenermi fuori lista. L’ho accettata con grande professionalità e ho concluso in granata il mio percorso. Quando mi hanno richiamato per i tamponi, era mio dovere venire a Salerno rispettando regole e protocollo. Dal punto di vista contrattuale, ho fatto parte della Salernitana fino all’ultimo giorno utile. Non è stato piacevole, non era ovviamente quello che sognavo. Non porto rancore, non è nel mio carattere. Nonostante gli alti e bassi, non sono abituato a criticare le persone. Ho lasciato tutti con il sorriso, con stile. Non ho lasciato screzi alle spalle e quindi un giorno potrò sempre tornare a Salerno da amico, a testa altissima”.

Alessandro Rosina in azione a Cittadella – Foto Tanopress

L’11 maggio 2019 l’ultima sua presenza ufficiale, da subentrato a Pescara, con Menichini. Una settimana prima, il suo ultimo gol, inutile, contro il Cosenza nel ko per 1-2 che fece sprofondare la Salernitana verso i playout. “Il mio obiettivo non era restare un anno inattivo. Non credevo di avere la ragione in mano ma neppure voglio che qualcosa mi venga imposto. Ho proseguito perché sentivo di farlo e ho accettato ciò che la società attraverso Fabiani mi aveva anticipato: non rientravo nei piani tecnici. Con Ventura non ho mai avuto alcun tipo di rapporto né di colloquio. L’opportunità c’è stata ma forse non c’era volontà. Non è però un discorso del singolo allenatore, bisogna essere intellettualmente onesti. – spiega L’ex numero 10 – I problemi con la Salernitana partono da lontano ed erano già nati nel secondo anno. Nel terzo mi ha accompagnato spesso la parola riatletizzazione ma era anche un modo per dire che non c’era spazio, che ero fuori dai programmi. Mi sono impegnato per farmi apprezzare e ritornare in corsa, ma mi sono accorto che le vedute erano diverse. Poi un calciatore per essere performante ha anche bisogno di un contesto che dia stimoli per potersi esprimere. Se non si avverte fiducia, il lavoro è sempre lavoro ma viene meno la consapevolezza di poter essere funzionale ad un progetto. Non sono un ragazzino di 20 anni e ho una carriera che parla per me, da calciatore e da uomo. Nessuno potrà mai dire che non sia stato una persona onestà e integra. Ero arrivato a Salerno a 32 anni, firmando per 4. Ero venuto per cercare di andare in A, chiudere in A e non per provare a salvarmi a più riprese in Serie B. In questo ultimo anno, nel rispetto dei ruoli, ci sono stati più approcci con Fabiani per provare a trovare una rescissione anticipata ma senza riuscirci, per esigenze nostre e della Salernitana”.

Rosina non resterà nel calcio: “Un mondo che mi ha dato tanto, ma è tempo di slegarsi. Mi sono iscritto all’università, frequento il corso di laurea in Economia e Gestione Immobiliare, ho sostenuto cinque esami e me ne mancano due per completare il primo anno. Il golf? Mi piace molto. È uno sport pulito, bellissimo, a contatto con la natura. Dopo anni di sport da contatto e magari di incomprensioni che fanno parte della normale vita di gruppo, cambia lo scenario, nel silenzio del green. Lascio il calcio, perché è il momento giusto: un professionista deve avere la maturità di dire basta, senza fare l’eterno Peter Pan“.

1 Commento

1 Commento

  1. Luca Bisceglia

    02/07/2020 at 12:01

    Con i quattro anni e più di contratto fatto senza giocare si può iscrivere ad Harvard. Ci è finita peggio di Cammarata

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