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Ripresa allenamenti collettivi e responsabilità: “Medici di B minacciano dimissioni“

Non è una novità che il problema su cui la federazione, le leghe e il comitato tecnico scientifico si stanno arrovellando maggiormente, sia quello dell’eventualità di un caso positivo tra i calciatori una volta ripresi i giochi. Ma non è solo una preoccupazione dal punto di vista della gestione sanitaria, bensì anche da quello legale. Su chi cadrebbe la responsabilità? Se lo stanno chiedendo le società e i loro medici dato che il Covid-19 è considerato un infortunio su lavoro dall’Inail. Le valutazioni del comitato tecnico scientifico trasmesse alla Figc sono chiare: nei ritiri di 15 giorni alla ripresa degli allenamenti collettivi, i medici sociali sarebbero direttamente responsabili dell’osservanza dei protocolli e in caso di contagi. Proprio gli staff sanitari dei club, soprattutto di B, sembrano particolarmente indispettiti dalla questione e attendono di leggere il protocollo che la Figc, recepiti gli stringenti paletti del CTS, non ha tuttavia ancora diffuso.
Il presidente della Libera Associazione Medici Italiani del Calcio, Enrico Castellacci, già medico della Nazionale italiana di calcio, ha rivelato il dettaglio nel corso di un’intervista su Radio Bruno: “Ho già ricevuto molte lettere di colleghi dalla Serie B. Minacciano le loro dimissioni in caso non venisse rivista la questione della responsabilità, che diventa una responsabilità penale. E’ ovvio che dovranno essere fatte delle verifiche, abbiamo già allertato i legali della nostra associazione perché facciano le loro osservazioni dopo aver letto i protocolli”.
Insomma, gli staff sanitari soprattutto di Serie B attendono il protocollo… sul chi va lá.

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