Dopo il 27 dicembre gli si è spenta la luce. Sono ancora quelli di André Anderson gli ultimi gol segnati in trasferta dalla Salernitana – quel giorno corsara a Venezia – visto che anche ieri la formazione granata non è riuscita ad andare in gol e, rigore fallito da Djuric a parte, ad impegnare severamente Nicolas nel posticipo del Granillo. Ci ha provato solo Tutino a dare brio con il suo ingresso in un paio di occasioni. Dalla trasferta in Laguna il 22enne calciatore ha giocato maluccio nelle tre partite perse consecutivamente dalla Salernitana (clamorosa occasione da gol fallita a Monza che grida ancora vendetta), per poi restare fuori nelle successive due, complice anche una squalifica. Insomma, nel 2021 deve ancora carburare.
“Riporteremo André Anderson nel suo ruolo naturale di attaccante, dove sarà più libero di esprimere il suo talento, perché se gioca da mezzala deve avere compiti di copertura che non ha molto nelle sue corde”, ha risposto ieri Castori a chi gli ha chiesto se la scelta di avanzare il brasiliano come punta fosse un ripiego oppure un preciso intendimento. Una risposta a metà, visto che la Salernitana aveva cercato a lungo La Gumina ed era tornata su Pettinari, dopo la partenza di Giannetti. La piazza storce il muso all’idea, convinta che un uomo dalla comprovata esperienza di area di rigore potesse servire come ricambio ai titolari. Ma una risposta completa la darà il campo. Riuscirà André Anderson ad essere alternativa efficace di Tutino, garantendo magari qualche altro gol pesante (finora è a quota 3)? Si vedrà. Di certo l’italo-brasiliano non ha mai fatto l’attaccante vero da quando è nel nostro Paese. Castori lo ha inserito da seconda punta solo a Vicenza, quando prese il posto di Tutino nel secondo tempo alla quarta giornata. Insomma, è sicuramente una possibilità da tenere in considerazione, visto che come mezzala mancina peraltro il calciatore sarebbe chiuso dall’arrivo di Kiyine, ma anche un’incognita per i campionati professionistici. Non per quelli giovanili brasiliani, visto che spulciando indietro negli archivi video di YouTube si scorge l’André Anderson seconda punta ai tempi della “primavera” del Santos. Fu anche il primo contatto con le caratteristiche del giocatore da parte della nostra redazione al lancio dell’arrivo di André, all’epoca sconosciuto (clicca qui per l’articolo e il video del 27 luglio 2018). Dal ruolo occupato con i bianconeri anche l’idolatria per Neymar – anch’egli cresciuto nel glorioso club brasiliano (foto in alto con lui ai tempi del Santos) – e il soprannome che ha accompagnato Anderson in Italia: “O artilheiro“, l’artigliere.
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Tare nel 2019 lo presentò alla Lazio come “centrocampista offensivo che ricorda Hernanes”, lui disse di non avere un ruolo preferito: “Non mi importa se mezzala, quinto, oppure seconda punta, l’importante per me è giocare”. Gregucci, nel primo anno salernitano del calciatore, aveva provato invano a svilupparne la capacità anche in zona gol e assist. Memorabile l’allenamento in cui lo sorprese a concentrarsi di più sugli scarpini, piuttosto che alla seduta: gliene lanciò via uno fuori dal campo (fotogallery in alto TanoPress). Ma Anderson era ancora acerbo. Ora è certamente cresciuto. Insomma, il mercato di riparazione granata trova – intenzionalmente oppure no – un nuovo/vecchio ruolo ad André Anderson. Il mancato arrivo di una punta che numericamente possa sostituire Giannetti (a meno che non si ricorra alle liste degli svincolati) può contribuire a dare la spinta al classe 1990 per provare a tornare ad essere “artilheiro”.
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