“Alla Salernitana stiamo dando le medicine e fa il percorso di un ammalato: alti e bassi, nella norma”, sembra chiedere pazienza Marco Valentini. Il direttore sportivo della Salernitana ha parlato in una lunga intervista rilasciata a Il Mattino. “L’unica partita che mi è… uscita dal fianco è il primo tempo di Carrara. Le squadre di B all’80% sono le stesse dell’anno scorso – ha proseguito -. La Salernitana, invece, stravolta in estate e trasformata a gennaio. I passaggi a vuoto sono causati da mancanza di amalgama. Il Frosinone nel primo tempo è stato superiore ma lo ha concretizzato con un gol e un tiro accessorio. Noi nel secondo tempo abbiamo fatto un gol e tirato tante volte. Reazione non solo di nervi e di dignità ma anche di lucidità e idee. Questa squadra corre tanto: buon segno”.
Valentini ha poi smentito voci di uno spogliatoio spaccato: “Smentisco tutto, è gossip. Il gruppo è sano, lotta, si aiuta. Ci sono gli avversari ed errori nostri. Nella partita ci sono più partite e conta la capacità di adattarsi”. Ribadita poi anche piena fiducia a Roberto Breda: “Per mia cultura, nei momenti di difficoltà, non ho mai puntato l’indice contro il mio allenatore. Ripeto: non è mia abitudine sparare a zero, anzi gli do fiducia e lo proteggo. Ci si deve togliere dalla testa che allenatore nuovo significava vincere tutte le gare. A Breda non era stato chiesto questo. Noi dobbiamo arrivare freschi, vivi e vegeti a marzo-aprile, salvi al 9 maggio”. Proprio sullo spogliatoio non sembra aver inciso la vicenda Adelaide, sostituito al 40′ di Salernitana-Frosinone: “È andato nello spogliatoio, ha fatto la doccia, è tornato in campo, si è seduto in panchina con noi, alla fine era con noi sotto la curva. È un non caso. Ha parlato con me e Breda e ci siamo stretti la mano”. Il ds ha spiegato anche il criterio delle esclusioni di giocatori dalla lista dei convocati: “La politica della società è non mettere fuori rosa per evitare anche attriti e per far sentire giocatori solidali tra loro. Non ci sono fuori lista, Simy e gli altri sono a disposizione. Tanti giocatori, 3 o 4 restano fuori in ogni gara. Tello di sicuro lui ha fatto una cavolata colossale e non è stato un bel modo di presentarsi ad un gruppo di lavoro nuovo”.
Capitolo salvezza: “Siamo a tre punti dalla salvezza diretta e il 2 gennaio, quando siamo arrivati, non avevamo questo scarto, anzi eravamo ultimi. I premi si stabiliscono a inizio anno ma non sono un fan dei premi. E poi quelli salvezza li ho messi in alcuni contratti di gennaio, perché era diventato l’obiettivo – ha spiegato Valentini -. Ci vogliono 42, massimo 43 punti. Lo scorso anno, c’era lo Spezia di Verde, che nelle ultime 4 gare ha fatto 10 punti. Dipende dagli scontri diretti: se le altre pareggiano, la soglia si abbassa. La salvezza è determinante per la tutela di Salerno, che merita di restare in B, e per il patrimonio Iervolino, risorsa per il calcio italiano”.
Il dirigente marchigiano è tornato anche sulle scelte fatte nel mercato di gennaio: “Lo Spezia ha segnato 21 gol su palla inattiva e noi a gennaio abbiamo messo più struttura fisica. Ci sono Ferrari, Bronn, Lochoshvili. Inoltre i vari Verde, Soriano, Tongya e Caligara hanno più di qualche gol nei piedi. Viali utilizzava Caligara a destra, ma ha fatto gran parte della sua carriera da mezzala mancina, pure con Breda. D’altra parte, a destra, avevamo un certo Collocolo. Nel mercato di giugno, una società che ha budget congruo può scegliere, perché tutti sono potenzialmente in vendita. A gennaio no. Se i top player non li vendono, puoi anche avere budget ma prendi chi non gioca altrove: la Sampdoria con Sibilli, lo Spezia con Lapadula, noi con Cerri“. Proprio a gennaio Valentini ha cercato Saric e Russo, finiti al Cesena, prossimo avversario dei granata: “Voglio batterli e basta. Saric è un mio figlio calcistico, ma il mio unico obiettivo è vincere. Ho visto due ko in casa, contro Cremonese e Sampdoria. Per me va meglio in trasferta. A parità di intensità e voglia, vince quello forte e noi lo siamo”.
E sul suo futuro: “Ho firmato per 6 mesi. Non ho clausole ma un accordo verbale con proprietà, che per me vale più di 1000 firme”. Chiosa sul rapporto con la tifoseria: “I tifosi chiedevano un incontro per chiarimenti, ma non c’è motivo di chiarire il gossip e ci sto mettendo la faccia. Le porte aperte devono essere un surplus: la squadra deve guadagnarsele con i risultati e la continuità. I 18mila dell’Arechi non sono assolutamente una cappa nera. Solo motivo di vanto, orgoglio, amore”.
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