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Rieti, “satellite” granata sempre più in crisi. Pavarese lascia “per non minare mia credibilità”

Non accenna a placarsi la bufera scoppiata a Rieti, società che ha usufruito di numerosi calciatori in prestito dalla Salernitana. I calciatori del team laziale di Serie C hanno infatti annunciato sciopero se entro fine settimana non saranno saldate le spettanze (clicca qui per leggere) e, oltre a ciò, sono arrivate anche le dimissioni del navigato dirigente Gigi Pavarese, che soltanto un mese fa aveva fatto capolino nella società amaranto-celeste, peraltro accompagnato da una nuova proprietà (clicca qui per leggere). Una situazione che sembrava poter rompere l’idillio con la Salernitana – ben 12 i calciatori di proprietà o ex granata veicolati a Rieti – ma che invece si è accartocciata.

Insomma, dopo quanto accaduto l’anno scorso col Pro Piacenza, altra squadra che Salernitana e Lazio avevano aiutato – condividendone peraltro lo sponsor – nell’allestimento della rosa, quest’anno tocca al Rieti vivere un momento difficile. Nella lettera di dimissioni di Gigi Pavarese, le motivazioni del suo addio: “Termina dopo poche settimane la mia avventura al Rieti Calcio da Responsabile dell’area tecnica. Mentre ancora rifletto su quanto è accaduto in questo breve arco temporale, davanti agli occhi mi danzano alcune parole : sfida, amore, calcio, credibilità, tutte parole che ben si adattano alle circostanze che mi costringono a lasciare Rieti e il Rieti. Si, perché quella che avevo accettato poche settimane fa era un’autentica sfida, vista la situazione societaria che mi attendeva; una sfida che ho però accettato grazie al mio grande amore per il calcio, un amore antico e solido che come sempre mi ha spinto a mettere tutto me stesso nel progetto, dedicando ogni energia e ogni minuto nella mia giornata al Rieti. Alla breve ricostruzione, manca una parola, è vero, ed è credibilità, manca perché la mia credibilità acquisita in anni e anni di calcio in grandi piazze e accanto a personaggi di grande spessore umano e professionale, l’hanno scalfita, è stata usata, e l’ho capito troppo tardi, come specchietto per le allodole, infine è stata quasi completamente distrutta. Agli occhi dei calciatori e dell’intero comparto tecnico, infatti il mio arrivo a Rieti faceva rima con un progetto serio, con impegno e professionalità , con il desiderio di riportare in alto i colori di una città fra le più belle d’Italia, in poche parole con l’impegno di regalare un futuro stabile al Rieti, restituendo entusiasmo al suo presente. Speranza vana. Le speranze e ogni progettualità sono state disattese e rottamate.
Ho messo in gioco me stesso, la mia professionalità, garantendo per altri, ahimè, un futuro roseo. Ho guardato negli occhi chi attendeva risposte e, sicuro di poter contare su solide fondamenta, a quegli occhi ho garantito certezze e progettualità. Tutto inutile, tutto bruciato sul falò della solita abitudine di fare le cose senza rispettare le persone e gli impegni, nella radicata convinzione che nel calcio si debba necessariamente comportarsi da furbi. Ho dovuto e devo dire basta, ho dovuto e devo salutare una realtà che mi era subito entrata dentro. Sono costretto a lasciare una piazza e una tifoseria meritevoli di ben altro, rappresentando una città bellissima che è peraltro considerata il centro geografico dell’Italia, il cosiddetto “ombelico” del Paese e dunque andrebbe appunto messa al centro di un progetto serio.
Non posso che salutare con affetto quanti mi hanno affiancato con sincerità e voglia di fare bene. L’augurio alla squadra e alla città di imboccare al più breve e finalmente la strada della rinascita. A Rieti lascio un pezzo di cuore, ma devo dire basta per non lasciarci anche la mia credibilità. Ricordando, come scrisse Carlos Santana grande musicista e anche mezzo profeta, che un vincitore è un vincitore anche quando perde; un perdente è un perdente anche quando vince”.

1 Comment

1 Comment

  1. Mai satellite della lazio

    13/11/2019 at 18:43

    Ieri ProPiacenza, oggi Rieti, domani?
    La terza gamba della holding finisce sempre male …e chissà che aria tira davvero nella seconda ..

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