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Editoriale

Quota “bassa” per la permanenza in A? Vietato adagiarsi, Sousa cerca il secondo hurrà

A piccoli passi verso l’obiettivo salvezza. La rocambolesca vittoria dell’Hellas contro il Sassuolo ha lasciato un retrogusto amaro al weekend pasquale dei tifosi della Salernitana. E soprattutto una consapevolezza: la permanenza in categoria, seppur obiettivo ancora ampiamente alla portata, va blindata al più presto conquistando ancora una manciata di punti. Quanti? L’aritmetica attualmente fissa la quota salvezza a 30 punti.

La proiezione

Dopo 29 giornate infatti ne basterebbero 23 per essere salvi, la proiezione alla 38esima è presto fatta. Ma è un dato fuorviante e poco indicativo. La storia recente (e non) del campionato di massima serie insegna che sul finire di stagione succede di tutto e di più. Al bando ogni dietrologia, focus sulla classifica e sui prossimi impegni: raggiungendo la casella dei 35-36 i granata dovrebbero mettersi al riparo, concedendosi il lusso di non dover guardare i risultati delle altre. La Salernitana può farcela. Con Paulo Sousa ha cambiato registro, pur senza innestare marce altissime. Svoltando però sul piano della continuità di risultati, fattore molto importante anche se i passi sono piccoli, ritrovando compattezza di squadra e la voglia di gettare il cuore oltre l’ostacolo nelle difficoltà. Certo, crescere e migliorare si può. In particolare sul profilo dell’intensità della prestazione nei 90 e passa minuti di gioco. Nelle ultime uscite la Salernitana si è accesa solo a tratti, pur lasciando intravedere buone trame, ottime individualità e potenzialità ancora da sfruttare nella loro completezza.

Ripartire dall’ultima mezz’ora contro l’Inter

Si può e si deve già a Torino ricominciare dal finale in crescendo di venerdì. La critica ha puntato l’indice sulle tantissime palle gol sciupate da Lukaku e soci. Vero, verissimo. Poco spazio però s’è dato all’arrembaggio finale granata, con i nerazzurri rintanati nella propria metà campo a difesa del gol di vantaggio con finanche reiterate perdite di tempo. Un atteggiamento quasi da “provinciale” su cui Inzaghi dovrebbe riflettere e tanto, al di là del pur comprensibile punto di vista sulla malasorte. Anche Paulo Sousa ci ha messo del suo, con una lettura dei cambi stavolta puntuale e produttiva. Anche più dell’undici iniziale. Bocciatura totale per Bronn nel ruolo di quinto (“È stato molto difficile per me giocare in quella posizione, non è la mia”, ha sottolineato ieri il tunisino sui social), soluzione quasi d’emergenza vista la penuria di alternative in organico. Con Mazzocchi ai box per l’ennesima volta in stagione, il tecnico lusitano aveva a disposizione però comunque Sambia oltre a Bradaric a sinistra.

Pasqua di riposo, ma anche di riflessione

Testa già al Torino, impegno tutt’altro che agevole. I granata piemontesi sono reduci da un ko interno contro la Roma e vorranno riscattarsi nel secondo turno consecutivo davanti al pubblico amico, a detta dello stesso allenatore Juric (clicca qui per leggere). Di contro Paulo Sousa vuole riassaporare quella vittoria conquistata soltanto una volta nella sua gestione. L’assenza di Lassana Coulibaly per squalifica è pesantissima. Mazzocchi dovrebbe recuperare almeno per la panchina. Il trainer dovrà ridisegnare l’undici titolare in cui non mancheranno le novità. Ad iniziare dal ritorno dal 1’ di Boulaye Dia. Il miglior giocatore della rosa, quello più decisivo in termini di realizzazioni e pericolosità offensiva. Sperando anche di ritrovare i gol di Piatek, a digiuno di reti oramai da tempo immemore, ben 16 partite.

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